Sei monti illuminati in difesa di Palazzo Piloni

BELLUNO. I fuochi saranno accesi in contemporanea con l’avvio della manifestazione domani alle 19.30. Sei i monti che brilleranno grazie a dei volontari per salvare la Provincia, tra cui il Col Visentin, il Serva, il Col de Moi, il Monte Garda, il monte Tomatico e il monte Avena.
Sono stati infatti definiti gli ultimi dettagli tecnici per il corteo organizzato dal comitato «Salviamo la Provincia» che si terrà domani. Il ritrovo è in piazzale della stazione ferrroviaria alle 19.30 dove alcuni ragazzi della Consulta giovanile di Agordo, riconoscibili da una T-shirt bianca, distribuiranno le fiaccole. «Ma non sarà un corteo triste e mesto, invece dovrà essere qualcosa di allegro, pieno di speranza», precisa Silvano Martini esponente del Bard e rappresentante politico del comitato. Il corteo si muoverà dalla stazione a piazza Duomo dove sarà allestito un maxi schermo e un palco dove saliranno almeno sei relatori tra gli organizzatori. «La nostra speranza è che a chiudere questa serata a difesa della nostra Provincia arrivi anche il vescovo monsignor Giuseppe Andrich, che si è sempre dimostrato molto sensibile su questo fronte», sottolinea ancora Martini.
Ad aprire gli interventi sarà Claudia Soppelsa, una ragazza di Rocca Pietore in rappresentanza dei giovani bellunesi. Soppelsa, inoltre, fa parte della consulta giovanile agordina e anche del comitato referendario di Rocca Pietore (sui movimenti referendari si parla anche nelle altre pagine della cronaca). «Simbolo del fatto che non c’è contraddizione tra le spinte autonomiste e quelle di conservazione dell’ente provinciale», spiega l’esponente del comitato e del Bard che precisa come «quella di domani sarà una manifestazione apartitica, non ideologica tanto che tutti quelli che vi parteciperanno sono chiamati a lasciare a casa bandiere o altri segni riconoscibili e riconducibili ad appartenenze diverse da quelle della bellunesità. Gli unici cartelli che dovranno comparire sono “No all’accorpamento con Treviso”, “Non spegnete la montagna” o “salviamo la Provincia di Belluno”».
Martini è consapevole che la «battaglia non è facile, però pensiamo che arriverà un buon numero di persone (gli organizzatori mirano ad almeno un migliaio, ndr) per dimostrare che il territorio si è mosso tutto insieme».
E proprio per rendere ancora più forte il messaggio da inviare a Roma (il governo dovrebbe decidere le sorti entro la fine di ottobre), dal comitato arriva l’appello a tutti i bellunesi a partecipare.
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