Scuola, addio al ruolo per diplomati magistrali e laureati in formazione

Previsti contratti fino a giugno e un concorso straordinario solo se hanno insegnato per due anni in strutture statali

BELLUNO

Novità in vista per chi ha conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2001-2002 e per chi si è laureato in scienze della formazione primaria e ha svolto due anni di servizio nelle scuole statali: per loro sarà previsto un concorso ad hoc per accedere al ruolo e alle graduatorie ad esaurimento.

Lo ha deciso il decreto Dignità appena approvato dal Parlamento (si attende la firma del Presidente Mattarella) per sistemare una situazione che si trascina da anni e che ha creato disagi e disillusioni tra i docenti.

Quest’anno, infatti, nelle graduatorie ad esaurimento sono tantissimi i docenti inseriti con riserva perché in possesso solo del diploma magistrale.

All’infanzia, su 137 iscritti, soltanto 55 sono senza riserva, cioè il loro contratto a tempo indeterminato non dipende da una sentenza del Consiglio di Stato, mentre nella scuola primaria su 102 iscritti, 17 sono senza riserva.

«Questo significa che per le persone che per l’anno scolastico 2018-2019 riceveranno il ruolo ma hanno la riserva», spiega Milena De Carlo, segretaria dello Snals, «non appena ci sarà la sentenza del Consiglio di Stato che non riconoscerà il loro titolo di studio, il loro contratto si trasformerà in supplenza fino al 30 giugno e lo stesso varrà per chi ha ottenuto un contratto annuale fino al 31 agosto. Questi, infine, accederanno ad un concorso specifico straordinario. Il fatto che soltanto chi ha insegnato per due anni nella scuola statale possa accedere a questo sistema straordinario non è propriamente una cosa corretta, visto che sono tantissimi quelli che hanno cercato di far salire il proprio punteggio con supplenze anche nelle scuole paritarie. Inoltre, è previsto anche un concorso ordinario sempre per le categorie a rischio».

Beatrice Svaluto Moreolo, laurea in scienze della formazione primaria e tre anni di insegnamento, di cui la metà in una scuola statale, non è riuscita ad entrare nelle graduatorie ad esaurimento, ed ora si trova iscritta in quelle di istituto di seconda fascia. «Purtroppo i cambiamenti nel mondo della scuola hanno aumentato la confusione e per chi come me pensava che una volta ottenuta la laurea in una facoltà considerata abilitante, si potesse aprire un mondo un po’ più chiaro, è rimasta delusa. E la cosa triste è che questo sistema ci ha portato a farci la guerra tra di noi. Queste nuove leggi non fanno altro che chiudere molte porte».

Intanto, in provincia di Belluno sono 43 i posti di diritto per il ruolo per la scuola elementare e 15 per l’infanzia. Di questi, la metà, come previsto per legge, andrà ai vincitori del concorso pubblico e l’altra metà agli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi