Scomparso l’alpinista Armando Aste
Aveva 91 anni, nelle Dolomiti soprattutto agordine alcune grandi imprese

castelfranco, premio una vetta per la vita
AGORDO. La grande famiglia alpina delle Dolomiti, ma non solo, piange la perdita di una delle figure più rappresentative e carismatiche dell’alpinismo italiano e internazionale. Con la morte di Armando Aste, 91 anni, avvenuta nell’ospedale di Rovereto dove era ricoverato da qualche settimana, se n’è andato uno dei più forti rocciatori della storia dell’alpinismo dolomitico. Era nato il 6 gennaio 1926 a Isera (Trento).
Con la sua scomparsa il mondo dell’alpinismo bellunese (e agordino in particolare) perde un grande e sincero amico (un legame forte con Roberto Sorgato).
Considerava da sempre la vallata del Cordevole, sulle cui pareti ha compiuto fra gli anni ’50 e ’70 eccezionali imprese in Marmolada, Civetta, Focobón, Agnèr, senza dimenticare le Tre Cime di Lavaredo, la sua seconda patria per le salde e sincere amicizie strette negli anni con Armando Da Roit, Bepi Pellegrinon, i fratelli Bruno e Giorgio De Donà, Toni Serafini, Roberto Lagunaz, Edoardo e Arcangelo Serafini, Eugenio Bien, Loris Santomaso, i gestori dei rifugi come Nino Del Bon, Silvio Adami e Livio De Bernardin, la sezione agordina del Cai e il Coro Agordo. Non mancava mai, finché ha potuto, all’appuntamento dell’ultima domenica d’ottobre con la messa per i Caduti della Montagna nell’arcidiaconale di Agordo.
Esponente del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna e del Club Accademico Italiano, era uno dei Soci onorari del Cai e nel 2008 ad Auronzo aveva ricevuto il Pelmo d’Oro alla carriera, un premio di cui andava fiero.
Dopo le prime uscite nel gruppo di casa del Brenta, passò presto alle vie di sesto grado con grandi compagni di cordata e amici (tra i quali Fausto Susatti, Andrea Oggioni, Franco Solina, Marino Stenico, Angelo Miorandi, Josve Aiazzi e Cesarino Fava), aprendo sulle Dolomiti vie nuove ai massimi livelli dell'epoca, compiendo prime invernali e solitarie, non trascurando le spedizioni in Patagonia (prima salita alla Torre Sud del Paine). Aste fece pure parte della prima cordata italiana a superare la nord dell'Eiger nel 1962.
Fra le sue imprese, resteranno memorabili soprattutto le vie della Punta Civetta nel 1954, nel 1958 e 1959 le due grandi salite al Focobón, sulla punta Chiggiato e sulla Torre del Focobón. Sulla Marmolada realizzò il famoso “poker d’assi” lungo la parete sud: le due vie nuove sul Piz Serauta e la via dell’Ideale e quella della Canna d’Organo risalenti al 1964 e 1965, senza dimenticare le altre “gemme” agordine delle due vie nuove sullo Spiz d’Agnèr nord per lo spigolo nord-ovest e per lo spigolo nord-est e una prima ascensione sulla parete ovest della Busazza della Civetta. Lascia una significativa eredità di libri, scritti soprattutto negli ultimi anni, dopo il primo “Pilastri del cielo”: “Alpinismo epistolare”, "Commitato","Nella luce dei monti" e “Stagioni della mia vita”, pubblicati tra il 2011 e 2016 da Nuovi Sentieri.
(g.san.)
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