Sbranata una capra nella frazione di Canè: «Morso inconfondibile»

LIMANAIl lupo ha attaccato ancora. È accaduto nella serata di domenica a Limana. E non in una zona isolata, ma nella frazione di Canè, in mezzo alle abitazioni. A fare le spese del predatore una...

LIMANA

Il lupo ha attaccato ancora. È accaduto nella serata di domenica a Limana. E non in una zona isolata, ma nella frazione di Canè, in mezzo alle abitazioni. A fare le spese del predatore una capretta della famiglia Acrania.

La triste scoperta domenica sera, attorno alle 22.30. I proprietari sono stati avvisati dal loro cane, un pastore belga. «Abbiamo sentito che abbaiava in modo diverso e allora siamo usciti», spiegano Silvano Acrania e la figlia Isabella. «Facendo luce ci siamo accorti che oche, anatre, l’agnellino e una delle due capre si erano rifugiati vicino alla nostra abitazione. Poco più avanti la seconda capra, smembrata, ma ancora viva. Poco dopo è morta».

La famiglia Acrania tiene gli animali all’interno di un’ampia recinzione alta un metro e mezzo. Al suo interno una casetta di cemento, più piccola, utilizzata come ricovero per la notte. «Con il caldo di questi giorni abbiamo lasciato che gli animali potessero muoversi nel recinto più grande e non avevamo preoccupazioni», aggiungono, «in quanto tutta l’area è recintata e siamo in un centro abitato».

La presenza delle case non ha però intimorito il lupo. E proprio di lupo si tratta: lo hanno confermato la Polizia provinciale e il veterinario dell’Usl, giunti sul posto ieri mattina. «Ci hanno riferito che i morsi sono inconfondibili», aggiunge Isabella. «Appena fatta la scoperta abbiamo chiamato tutti i numeri di emergenza. I vigili del fuoco, ci hanno indirizzato al veterinario di turno, che però era ad Agordo. Abbiamo allora chiesto aiuto a un vicino di casa, che è guardia forestale e ci ha spiegato che prima dei rilievi non dovevamo toccare o spostare la capretta. Durante la notte il lupo è tornato e ha finito il suo “lavoro”».

«Per noi tutti è un vero e proprio shock», conclude. «In primis perché tutti i nostri animali sono stati salvati dal macello e per loro nutriamo affetto. Ma siamo anche spaventati». —

M.R.

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