Sappada si offre per la festa delle sezioni Ana
In occasione del 45° anno di fondazione del gruppo, il 20 e 21 agosto sono previste le celebrazioni

SAPPADA. C’era anche Pietro Bonanni a seguire la “Marcia del Piave”, il 6 e 7 maggio. Anzi, proprio lui, capogruppo dell’Ana Sappada, si era fatto promotore dell’installazione davanti al cippo alle sorgenti del Piave dell’alto pennone che, col suo tricolore, ha salutato la partenza della corsa.
Un’impresa non da poco portare quel carico fin lassù...
«Sì, ma ne è valsa la pena. Il pennone, alto 10 metri, è quello della dismessa caserma Fasil di Sappada; l’abbiamo tagliato alla base, restaurato e ridipinto. Mi piace pensare che con la sua bandiera ricorderà tutti i caduti della Grande Guerra e saluterà i molti turisti che s’avvicinano al piccolo monumento, a più di 1800 metri e ai piedi del Peralba. In definitiva diviene un piccolo simbolo di speranza e rinascita, dopo anni di silenzio e decadenza in una caserma vuota da tempo».
Problemi nel tragitto?
« Ci siamo mossi con grande attenzione, aiutati anche da condizioni meteo abbastanza favorevoli, con poca neve sul percorso e all’arrivo. Abbiamo collocato il pennone verticalmente su un fuoristrada e siamo saliti lentamente, senza problemi di curve e senza ostacoli a mezz’aria».
Poi lei ha seguito l’intera marcia del cent’anni, praticamente fino a Cortellazzo e a San Donà.
«Certo, l’ho fatto anzitutto come alpino e poi perché il nostro gruppo ha lavorato davvero con entusiasmo all’organizzazione della corsa, in particolare delle prime due tappe, la prima dalle Sorgenti alla chiesa di Santa Margherita di Sappada e la seconda fino a Santo Stefano».
L’abbiamo vista distribuire dei depliant a tanti alpini, dalla montagna al mare…
«L’ho fatto anche in occasione dell’adunata nazionale di Treviso. Intendo infatti invitare quanti più capigruppo Ana ad organizzare la loro annuale festa a Sappada in agosto. Una bella occasione per festeggiare assieme il 45° di fondazione del nostro gruppo».
Avete già stilato il programma di massima?
«Sì, i giorni sono sabato 19 e domenica 20. Sabato, alle 16. 30, daremo inizio alla sfilata in borgata Bach accompagnati dalla banda Plodar Plech Musik; poi, alle 17, in piazzetta borgata Palù ci sarà l’esibizione della banda e del coro Sorgenti del Piave. Infine, alle 20. 30, al Centro congressi di Cima Sappada, organizzeremo una conferenza e una proiezione sul tema della Grande Guerra in Cadore. Domenica 20, dopo l’alzabandiera alle 9.30 davanti alla sede del gruppo, ci sarà l’ammassamento in borgata Bach e, alle 10.10, partirà la sfilata con l’accompagnamento del gruppo bandistico Val di Gorto e del coro Edelweiss Ana Monte Grappa. Alle 11. 30 sarà deposta una corona al monumento ai Caduti e da lì il corteo continuerà fino al tendone in località Eiben, dove avremo discorsi e rancio alpino con cibo del posto».
Ma la festa continuerà anche dopo il rancio?
« Certo, sempre con l’intrattenimento assicurato dal gruppo bandistico e dal coro».
Nella serata, per così dire, culturale del sabato, quali temi tratterete?
«Abbiamo scelto un argomento in grado di interessare tutti i gruppi: “Fronte e retrovie tra Pelmo e Peralba”. Avremo modo così di coinvolgere tutti i paesi del Cadore, presentando la specificità delle situazioni vissute nel 1915-1918, dagli scontri e distruzioni alle pesanti implicazioni prima e dopo il conflitto»
Avete in cantiere anche una pubblicazione…
«Sì, abbiamo pensato ad una piccola pubblicazione di una ventina di pagine dedicata all’evento della Grande Guerra che più ha inciso sul nostro paese: la disfatta di Caporetto e l’esodo imposto dai comandi alla popolazione civile, costretta ad andare profuga in gran parte ad Arezzo, ma anche in altre città e paesi d’Italia. Un esodo costato sacrifici e finito solo nel 1919, col ritorno dei superstiti. Per informazioni pbonanni49@gmail. com o 3400722173».
Walter Musizza
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