Sappada in Friuli, domani la discussione

Vinte le resistenze del Pd, il Senato potrebbe dare il via libera. Poi l’ostacolo vero sarà la Camera
SAPPADA. Forse è la volta buona per Sappada e la sua decisa volontà di passare al Friuli. Domani, infatti, a Palazzo Madama riprenderà la discussione del disegno di legge sul distacco di Plodn dal Veneto, a seguito del referendum del 2008. Ad introdurre il tema sarà la senatrice Bisinella, nella sua veste di relatrice. Impegnata nella campagna elettorale a Verona, l’esponente del movimento “Fare” non aveva presenziato alla precedente seduta, sollevando qualche polemica. Ma domani non ci saranno problemi per mettere tutti d’accordo; almeno così pare. «Sono rientrate anche le ultime resistenze del Pd», anticipa Giovanni Piccoli, senatore di Forza Italia, «sinceramente temevo che questo partito strumentalizzasse la vicenda-Sappada in chiave anti referendum, per dimostrare che la Regione è matrigna. Non è così, tanto meglio. Le sorprese, semmai, arriveranno alla Camera». Anche la senatrice Raffaella Bellot, feltrina di “Fare”, è fiduciosa. «Ci sono tutte le condizioni perché domani pomeriggio, o al più tardi in serata, si possa festeggiare un risultato storico, ancorché parziale. Il diritto all’autodeterminazione è sacrosanto». Se infatti Palazzo Madama dovesse approvare il distacco, questo non diventerebbe definitivo; servirebbe un altro passaggio alla Camera. E a Montecitorio si sa che l’opposizione bellunese, in particolare del sottosegretario Gianclaudio Bressa e del parlamentare Roger De Menech, non è certo ininfluente all’interno del Pd. I giochi, quindi, sono solo rimandati. La discussione di domani continuerà almeno per quattro ore, probabilmente cinque, poiché gli interventi prenotati sono una ventina e a questi si aggiungono le dichiarazioni di voto. Un solo emendamento è stato presentato, quello del senatore Piccoli, in relazione alla necessità di accorciare i tempi previsti dalla legge. «Il passaggio al Senato è indubbiamente importante», fa notare Alessandro Mauro, del comitato referendario di Sappada, «è un indispensabile viatico all’approvazione definitiva del provvedimento legislativo. E chissà se questo appuntamento arriverà prima del termine della legislatura». Chissà, appunto. La questione Sappada potrebbe ritornare alla Camera dopo la legge di bilancio e, quindi, in prossimità della conclusione della legislatura. «Se così accadesse», sospira Mauro, «dovremmo riprendere l’iter da capo nel prossimo mandato legislativo». Il presidente della Regione, Luca Zaia, intanto, ha ribadito ancora una volta il suo “pieno rispetto” per la scelta dei sappadini. Ricorda, però, che problematiche come queste si risolveranno nell’ambito della futura Regione autonoma del Veneto. «È evidente che se ci daranno l’autonomia, dopo il referendum del 22 ottobre, porremmo la vicenda di Sappada tra le priorità. Nel frattempo sto verificando con il sindaco, Manuel Piller Hofer, tutte le possibili soluzioni ai problemi di questa comunità e, si badi, l’amico Manuel lo sto incontrando più spesso di ogni altro suo collega».


Francesco Dal Mas


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi