Sapori e biodiversità da promuovere: i “custodi del cibo” guardano al turismo

Nasce la comunità del cibo e della biodiversità “Montagna bellunese”, un ente che raggruppa decine di aziende e associazioni del settore agroalimentare con l’unico scopo di proteggere e promuovere le biodiversità del territorio.
«In Veneto sono tre i progetti pilota per questo tipo di comunità del cibo e una rappresenterà appunto il nostro territorio», spiega il neoeletto presidente, l’agronomo Giuseppe Pellegrini, «si tratta di un’associazione no-profit composta da produttori primari, trasformatori, ristoratori e organizzazioni professionali come Cia, Coldiretti e Confagricoltura».
L’associazione è nata dopo un lungo iter di attività di sensibilizzazione e di informazione, attraverso incontri con imprese, associazioni e istituzioni, condotti con il sostegno di Veneto Agricoltura e vede la presenza di 46 soci che rappresentano agricoltori e allevatori, ristoratori, cooperative di trasformazione, associazioni di categoria e di consumatori, associazioni e consorzi di tutela dei prodotti tradizionali, consorzi turistici, l’associazione Pro loco Unpli, l’istituto agrario di Vellai, il dipartimento Dafnae dell’Università di Padova e il Centro Consorzi.
«I nostri primi obiettivi riguardano la realizzazione di un itinerario turistico (probabilmente in Valbelluna) dedicato alla scoperta delle tantissime biodiversità che caratterizzano il territorio bellunese, anche sfruttando dei tracciati già conosciuti e apprezzati», continua Pellegrini, «si cercherà quindi di arricchire i percorsi già individuati da altri enti o associazioni, caratterizzandoli rispetto ai temi della biodiversità, con l’inserimento di tappe collegate alle Comunità del cibo».
Inoltre verranno realizzati alcuni video tematici da diffondere via web e in televisione dedicati ai prodotti del territorio: «Saranno legati alle stagioni», aggiunge il presidente, «per la primavera, ad esempio, ci occuperemo del miele; per l’estate dei cereali come il mais sponcio, l’orzo bellunese o il farro; per l’autunno dei legumi come il fagiolo di Lamon o il gialèt, e le decine di varietà di mele bellunesi. Infine, per l’inverno ci concentreremo sui formaggi e in particolare su quelli realizzati con fermenti autoctoni (già censiti dalla Provincia) che alcune nostre latterie usano per le loro produzioni, rendendo questi formaggi veramente unici».
Ma qual è il ruolo dei “custodi del cibo”? «La nostra priorità è salvare le specie», sottolinea Pellegrini, «ne abbiamo molte che sono state quasi dimenticate e che con un adeguato recupero, come fatto nel caso del mais sponcio, possono rappresentare occasioni anche dal punto di vista economico».
Altro obiettivo dell’associazione riguarda la creazione di uno spazio web di comunicazione interna condiviso, che sarà messo a disposizione dei soci per facilitare lo scambio di idee, proposte e iniziative funzionali alle attività da proporre e realizzare. «Non secondario, infine, sarà l’impegno di attrarre nuovi associati», conclude Pellegrini, «in particolare giovani produttori provenienti anche dalla parte alta della provincia, che possano inserirsi in questa rete e dare valore aggiunto all’intero territorio».
La prima assemblea generale della comunità, tenutasi a fine 2022, ha eletto il consiglio direttivo costituito da 12 consiglieri: Antonella Tormen (Centro Consorzi), Ezio Busetto (istituto agrario di Feltre), Enrico Sturaro (Unipd), Oscar Padovani (azienda Vecio Pomer), Laura Solinas (Condotta Slow Food di Belluno), Giuseppe Pellegrini (coop La Fiorita), Oreste Cugnach (Apidolomiti), Tiziano Fantinel (vivaio biologico Il Ruscello), Tommaso De Toffol (azienda La Schirata), Renzo Dal Farra (Locanda San Lorenzo), Davide Praloran (Unpli Belluno), Daniel Mognol (Confagricoltura Belluno).
Poi sono stati nominati, oltre al presidente Pellegrini, anche la vicepresidente Laura Solinas e il segretario Antonella Tormen.
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