Salvini: «Roma dia i soldi anche a Milano-Cortina»

Dopo la concessione di fondi a Torino per ospitare le finali del circuito Atp di tennis il vicepremier chiede che «i cordoni della borsa si aprano per tutti o per nessuno»

CORTINA. Le Olimpiadi del 2026 fatturano un miliardo di euro. Quindi sono irrinunciabili. E, per portarle a casa, soffiandole a Stoccolma e alla Svezia, sarà il caso che il Governo assicuri al Cio le necessarie garanzie. È il ragionamento che Matteo Salvini, uno dei due vicepremier, ha fatto ieri, in più circostanze, lanciando un chiaro messaggio ai partner di governo.

Si avvicina infatti la data del 1° aprile, quando a Milano e sulle Dolomiti arriveranno gli ispettori del Comitato olimpico internazionale.

«Noi teniamo tantissimo a che l’Italia conquisti le Olimpiadi invernali 2026. Ci sarebbe un ritorno economico vero, senza analisi-costi benefici, di almeno un miliardo di euro», ha detto testualmente Salvini, alla fine del Consiglio federale a Milano, seduto accanto al sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti.

«Qualcuno», ha aggiunto, «fino alla settimana scorsa riteneva che non dovessero esserci fondi pubblici a sostegno di iniziative sportive private. Ma nel momento in cui il Consiglio dei ministri, su iniziativa del presidente Conte, ha stanziato alcune decine di milioni per il torneo di tennis di Torino (Atp finals, ndr), ovviamente crea un precedente che permetterà allo stesso Consiglio dei ministri di stanziare tutti i fondi eventualmente necessari per garantire le Olimpiadi invernali. O qualcosa vale per tutti o non vale per nessuno».

Non era forse ciò che aveva sostenuto ripetutamente anche il governatore Luca Zaia? Appunto. A tirare un sospiro di sollievo, ieri ai piedi delle Tofane, è stato il sindaco Gianpietro Ghedina, da sempre convinto che quei 400 milioni di fondi, anzi un po’ meno, sono certamente da recuperare fra i privati, ma prima ancora da Roma, dal Governo. Vinta la resistenza dei pentastellati sulla copertura economica ai grandi eventi sportivi – nella speranza che il capoluogo piemontese possa ospitare per cinque anni le prestigiose finali stagionali del tennis maschile – ora il mirino punta sul Cio, che attende segnali da Roma per l’adeguato supporto al dossier di Milano-Cortina. Musica, ovviamente, per Zaia, che oggi ne parlerà anche a Mattarella.

«Per vincere la candidatura è infatti fondamentale che il Governo italiano ci sia a pieno titolo», ha dichiarato, «è obiettivamente vero anche che non esistono manifestazioni di serie A e di serie B e penso sia assolutamente corretto ciò che dice Salvini e cioè che, oltre all’Atp di tennis, che sarà una grande opportunità per Torino, per il Piemonte e per l’Italia, parallelamente vadano sostenute le Olimpiadi, che avranno un impatto enorme sul Veneto, sulla Lombardia, ma anche sulla promozione, gli investimenti e lo sport in Italia».

Pienamente d’accordo Dario Bond, parlamentare di Forza Italia, convinto che dai giochi trarrebbe il massimo beneficio l’intero Paese.

«Si tratta di un’occasione da non perdere e, così come per il torneo Atp di tennis a Torino, il governo dovrà impegnarsi per reperire anche le risorse necessarie per i Giochi invernali del 2016», afferma Bond. L’ex olimpionico Marin, anche lui parlamentare forzista, è convinto che l’Italia sia nelle condizioni di poter portare a casa la candidatura. «Questo grazie ad un progetto serio e vincente preparato da Cortina e Milano insieme a Veneto e Lombardia. E anche grazie al grandissimo prestigio», afferma autorevolmente, «che il mondo sportivo italiano, con il Coni e i membri italiani del Cio, gode nel mondo. Ma è evidente che il Governo italiano», insiste Marin, «non possa limitarsi ad assicurare le sole garanzie accessorie. Roma deve sentire il dovere di mettere anche le risorse economiche che servono. Per essere più chiaro: non farlo vuole dire indebolire il progetto, farlo vuole dire dare ulteriore forza alla candidatura olimpica italiana di Cortina-Milano. Meglio tardi che mai. Lo si faccia. E subito». Stoccolma ha già la copertura della Svezia. —

Francesco Dal Mas

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