Salvate le pecore dall’estinzione ora si punta alla valorizzazione
/ pedavena
Preservare le razze ovine autoctone in provincia di Belluno, ossia la pecora alpagota e quella di Lamon, è possibile. Entrambe rischiavano l’estinzione, ma ora non più. Lo ha dimostrato il progetto Sheep All Chain (finanziato nell’ambito del piano di sviluppo locale del Gal Prealpi e Dolomiti), iniziato nel 2018 e culminato ieri mattina con la presentazione finale curata dagli esperti.
Anni di studio e ricerche che si sono posti come obbiettivo il recupero genetico e la conservazione delle razze, la valorizzazione delle produzioni derivanti da esse, ossia carni e prodotti a base di carne e lana, andando a creare una filiera alimentare: una chiave ritenuta essenziale per la sostenibilità economica degli allevamenti, in modo tale da poterli rendere competitivi agevolando quindi il lavoro degli allevatori. Facendo sì che le razze sopravvivano sui loro rispettivi territori, viene infatti preservata la biodiversità del territorio.
Il programma di recupero genetico e di conservazione delle razze era partito vent’anni fa su iniziativa di Veneto Agricoltura e si basa su alcuni centri di conservazione: l’istituto Della Lucia di Vellai e l’azienda pilota e dimostrativa “Villaggio” di Sedico, oltre che su una rete di allevatori custodi coinvolti per la rotazione programmata degli arieti.
A supportare gli studi e la analisi ci hanno inoltre pensato anche gli altri enti coinvolti, tra i quali l’università di Padova, che ha espresso la propria soddisfazione attraverso le parole del docente di Zootecnia Enrico Sturaro: «Sheep All Chain è un progetto fondamentale per aiutare gli allevatori e favorire le produzioni locali», ha infatti spiegato Sturaro. Idee condivise anche da Vittorino Pante di Federlamon e soprattutto da Zaccaria Tona, presidente della Cooperativa agricola Fardjima, il quale ha rimarcato i 1200 anni di storia della pecora alpagota e delle funzionalità del progetto: presidio del territorio, biodiversità e produzione, che convigliano tutte nel turismo. Secondo l’alpagoto, Sheep All Chain è utile per tenere in vita l’agricoltura di montagna, che rischia altrimenti di venire meno.
Tona ha infatti parlato a nome di ventisette allevatori. La testimonianza del giovane imprenditore agricolo Ruggero Giopp di Lamon si è invece incentrata sulla necessità di non abbandonare i piccoli presidi di montagna, creando delle filiere che possano fungere da fonte di reddito. Per migliorare la competitività degli allevamenti, il progetto ha favorito la creazione di una App per un’agile e condivisa fruizione di dati da parte di allevatori ed enti istituzionali, per una corretta gestione degli accoppiamenti nell’ottica della salvaguardia della variabilità genetica nel lungo periodo.
Da non dimenticare nemmeno l’aspetto del marketing, che metterà al centro del progetto la tracciabilità delle produzioni. Sono state infine attivate le pagine Facebook, Instagram e Youtube dedicate al progetto. —
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