Salasso sui rifiuti a Belluno: rincari per mezzo milione su famiglie e imprese

Stangata sui rifiuti. Nel 2023 le famiglie di Belluno pagheranno il 12,6% in più rispetto al 2022. Le utenze non domestiche invece avranno un rincaro del 10%. Il rincaro è retroattivo: entrerà in vigore dopo l’approvazione del quadro tariffario da parte del consiglio comunale, in programma martedì 2 maggio, ma le nuove tariffe saranno calcolate dal 1° gennaio 2023. La documentazione è già stata fornita ai consiglieri comunali.
SISTEMA A REGIME
Bellunum applicherà nel capoluogo la Tari-P, puntuale. Ovvero si pagherà in base all’effettiva produzione di rifiuti. Ma questo assunto vale solo in parte, perché la tariffa è composta di due parti: una quota fissa, che copre i costi generali del servizio e lo spazzamento strade e aree pubbliche, e una parte variabile, solo questa rapportata alle quantità di rifiuti prodotti e conferiti. La quota variabile è scesa rispetto al 2022, perché si è registrata una produzione di rifiuti pro capite inferiore rispetto agli anni precedenti, quella fissa invece è aumentata.
PESANO I COSTI DELLA DISCARICA
Bellunum infatti ha dovuto aggiornare il piano economico finanziario pluriennale che era stato approvato nel 2022, in ottemperanza alle disposizioni di Arera. L’autorità nazionale ha comunicato che fra i costi si possono inserire quelli per la gestione post operativa delle discariche e i costi di chiusura, qualora le risorse accantonate risultino insufficienti. L’ente territoriale competente ha quindi deciso di includere nel Piano economico finanziario di Bellunum i costi che la società dovrà sostenere per la discarica di Cordele.
UTENZE DOMESTICHE
Sono quasi 17 mila le utenze domestiche in comune di Belluno. La maggior parte sono composte da un componente o due. L’aumento medio sarà del 12,6%, ma ci sono differenze sostanziali. Le famiglie con 6 o più componenti avranno un aumento del 3,79%, quelle da tre componenti del 14,35%. In media, i single pagheranno 10 euro in più all’anno (da 104 a 114 euro), una coppia 16 euro in più, una famiglia con un figlio circa 20 euro in più, una con due o tre figli 25 euro in più, le famiglie di 6 o più componenti pagheranno circa 26 euro in più all’anno.
IL SECCO
Restano invariati gli svuotamenti del secco compresi in tariffa: 5 svuotamenti del bidone da 120 litri e 20 aperture del cassonetto stradale per utenze monocomponente; 7 svuotamenti del bidone e 28 aperture del cassonetto per nuclei composti da due persone. E via dicendo, come indicato nella tabella a centro pagina. Ogni svuotamento aggiuntivo avrà un costo: a bidone 1,73 euro, per ogni apertura in più del cassonetto 0,43 euro.
AGEVOLAZIONI
Confermate anche le agevolazioni tariffarie. Le famiglie con bambini fino a tre anni e quelle dove ci sono persone che utilizzano presidi medico-sanitari (pannoloni, sacche per dialisi, ecc.) che producono più “secco” possono richiedere una tessera aggiuntiva per avere più svuotamenti.
È prevista inoltre una riduzione del 30% della tariffa per abitazioni usate per non più di 183 giorni/anno e per chi effettua il compostaggio domestico dell’umido. Le utenze non domestiche oltre gli 800 metri di quota pagheranno il 20% in meno. Infine, il Comune interviene scontando il 60% la Tari a chi ha un Isee pari o inferiore a 3mila euro; sconto del 30% per chi ha un Isee fra 3mila e 6mila euro.
Le famiglie con bimbi fino a due anni che usano pannolini lavabili avranno una riduzione di 70 euro l’anno.
BAR, NEGOZI, UFFICI
I rincari sulle utenze non domestiche colpiscono in maniera differenziata le attività. Si è scelto di non gravare sui bar (in media pagheranno il 2 e mezzo per cento in più rispetto al 2022) e sui negozi di tende, tessuti, tappeti e ombrelli (+0,29%). Contenuto anche l’aumento per i negozi di abbigliamento, scarpe, per librerie, cartolerie e ferramenta (+5,88%, che significa circa 70 euro all’anno) e per ortofrutta, pescherie e fiorerie (+6%, 17 euro).
Più pesanti i rincari per i ristoranti (9,62% in media) e i negozi di generi alimentari, compresi i panifici (15,82%). Significa, sempre in media, circa 500 euro in più all’anno per i ristoranti, circa 300 per le botteghe. In media perché anche in questo caso la tariffa dipende (per la quota fissa) dalla superficie dell’attività, come per le utenze domestiche.
Parrucchieri ed estetiste troveranno in fattura un aumento del 10,33% (circa 20 euro all’anno), idraulici ed elettricisti del 4,86% (16 euro), carrozzerie e autofficine del 14,17% (45 euro). Gli ipermercati in città sono 2. L’anno scorso hanno pagato in media 36 mila euro all’anno di Tari. Nel 2023 pagheranno 41.500 euro.
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