Safilo, senza Armani fatturato giù del 16%

LONGARONE Non sono incoraggianti i dati forniti nei giorni scorsi dai vertici Safilo ai sindacati sugli effetti dell’addio del marchio Armani dal gennaio 2013. I dirigenti del gruppo dell’occhialeria...

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Non sono incoraggianti i dati forniti nei giorni scorsi dai vertici Safilo ai sindacati sugli effetti dell’addio del marchio Armani dal gennaio 2013. I dirigenti del gruppo dell’occhialeria parlano di un calo di fatturato del 16% e di un meno 30% della produzione. Ma su cosa significhi questo, a livello occupazionale, l’azienda ancora non lo dice apertamente, anche se il timore è che quei 500-600 posti, di cui si parlava qualche mese fa, possano diventare realtà.

Ma di fronte a questi dati in negativo, i sindacati hanno chiesto alla società di stendere un nuovo piano industriale , visto che quello presentato a Parigi qualche mese fa è già superato, e di preparare nuove strategie per assorbire il più possibile l’impatto di questo divorzio. Le parti sociali si preparano, inoltre, ad incontrare nelle prossime settimane i lavoratori per esporre loro quanto saputo e «dare seguito all’accordo siglato nel 2011 che parlava di efficienza, produttività e qualità», sottolinea Stefano Faccin, segretario regionale della Filctem Cgil. «Sono queste le cose che servono per attutire il colpo derivante dalla perdita del brand Armani».

Non sono ottimisti sull’esito di questo addio anche i sindacati di categoria bellunesi. «Abbiamo chiesto un incontro a Longarone con la società e ancora non ci è stato dato. Da una parte si parla di perdite di fatturato e di produzione, e dall’altro, però, si assume a tempo determinato qualche persona per l’aumento di produzione, almeno in questo periodo. Credo che sia difficile, anche per noi sindacati, capire ed interpretare come stanno le cose», sottolinea Giuseppe Colferai della Filctem Cgil di Belluno, il quale si dice molto preoccupato per quello che succederà dal 2013. Ma non si perde d’animo. «Dobbiamo impostare il lavoro per cambiare le cose, per fare in modo che divorzio da Armani ricada il meno possibile sulle spalle dei lavoratori».

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