Rsa sperimentale di Pullir via trentacinque pazienti

Cesiomaggiore, iniziano i lavori di adeguamento alle normative antincendio Gli ospiti ex psichiatrici spostati per cinque mesi nelle altre strutture e a Feltre

CESIOMAGGIORE. Una trentina di ospiti della Rsa riconvertita in comunità estensiva sta per essere ricollocata in altre strutture del complesso ex psichiatrico di Pullir, mentre un numero più esiguo di persone, circa cinque, saranno ospitate nella residenza sanitaria assistenziale di Feltre (ex sanatorio). Il motivo di questo trasloco, non definitivo ma della durata di almeno cinque mesi, è presto detto: a giorni cominceranno i lavori per la messa in sicurezza della struttura rispetto alle normative antincendio. Qualche mese fa la Regione ha finalmente autorizzato l'adeguamento antincendio del complesso di Pullir dove ci sono le Rsa, compresa la comunità estensiva che ha carattere sperimentale e che accoglie i nuovi cronici. Un intervento che costa 525 mila euro, finanziati dalla Regione quasi per intero a parte la quota di compartecipazione imputabile all'Usl di Feltre di 25 mila euro. Con 525 mila euro si possono garantire dispositivi, vie di fuga e tutto ciò che serve per uscire incolumi dalle strutture nel caso andassero a fuoco e naturalmente per prevenire tale evenienza. Del resto, riportare le ex colonìe ultradatate agli standard edilizi imposti dalla legge regionale 22 avrebbe comportato una spesa di due milioni 250 mila euro. Questo in base al preventivo fatto dallo studio professionale incaricato alla redazione del progetto complessivo.

Intanto la Regione ha dato il via libera al progetto esecutivo dell'adeguamento antincendio per motivi di urgenza. Anche perché, ormai, gli ex psichiatrici provenienti dal complesso di borgo Ruga sono quasi tutti concentrati a Pullir. Si tratta infatti dei cosiddetti vecchi cronici, ma non mancano le nuove cronicità che possono coinvolgere persone relativamente giovani e senza collocazione istituzionale posto che la casa di riposo non sia affatto il luogo adeguato. Così proprio a Pullir, su iniziativa dell'ex direttore sociale dell'Usl 2 Alessandro Pigatto, è decollata quattro anni fa la prima comunità alloggio sperimentale del Veneto dove si accolgono i soggetti con età inferiore ai sessantacinque anni che necessitano di assistenza e di programmi riabilitativi.

Nella nuova comunità alloggio sperimentale, nuova nel senso di innovativa perché di fatto l'edificio è sempre lo stesso, è ospitata una trentina di assistiti a fronte di 75 accolti nelle altre Rsa ad esaurimento psichiatrico di cui una quindicina sono accessi recenti, cioè avvenuti in quattro anni dal 2010.

Lo spostamento di utenti fragili, naturalmente, impone delle cautele. «L'adeguamento è imposto per legge e deve essere fatto», dice il direttore sociale e della funzione territoriale Massimo Fusello. «Si sono usate le maniere più garbate con gli ospiti. Del resto la messa in sicurezza a noi preme, ci sono delle teste da preservare».

Laura Milano

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