Rossana, postina a Sedico: «Mi aspettano con il caffè»

Organizzazione, capacità di sapersi adattare, sacrificio: la vita di un portalettere è questa. Ce la racconta Rossana Cardone, portalettere a Sedico

BELLUNO. Organizzazione, capacità di sapersi adattare, sacrificio. Ma anche rapporti personali, opportunità di lavorare in un ambiente dinamico e possibilità di scoprire, giorno dopo giorno, nuovi territori. La vita di un portalettere è questa. A Belluno, e in tutte le altre parti d’Italia. Perchè il servizio di recapito della posta, dei pacchi, dei quotidiani e di molto altro arriva in ogni angolo del nostro Paese. Montagna, mare, pianura, collina, vallate. . In pochi però ancora conoscono le opportunità date da Poste Italiane a giovani e meno giovani. Si inizia magari nel ruolo di portalettere, poi emergono possibilità di crescita nella stessa azienda. Basta crederci.

Rossana Cardone, postina a Sedico, ne è un esempio. «Sono entrata in Poste nel gennaio 2015, dopo un anno che mi ero trasferita qui in Provincia. Avevo conseguito la laurea in comunicazione e scienze dell’amministrazione. Sapevo delle varie opportunità date ai giovani da Poste Italiane, così ho inviato il curriculum online. Al termine di alcuni test, compresa la prova dei mezzi, è arrivata l’assunzione. 28 mesi di contratti a tempo determinato, sino al tempo indeterminato nel dicembre 2018. Una sorta di sfida vinta, e adesso sono anche il tutor dei nuovi assunti».

La ragazza ormai in zona la conoscono tutti. Un sorriso, un saluto, due parole, utilizzando un rapporto vero con i clienti. «Ho persone che mi aspettano con il panino o il caffè. Per loro l’arrivo del postino significa parlare assieme ad una persona. Attraverso il nostro palmare, ormai effettuiamo operazioni come le ricariche sul posto. E per molti anziani, ad esempio, siamo le uniche figure in grado di effettuargli il servizio».

Il lavoro di portalettere richiede una serie di capacità. «Organizzative, soprattutto. La mia giornata inizia alle 8 al centro di smistamento postale, dove in un’oretta e mezza bisogna preparare il carico della macchina, capire quali siano le priorità, sapere i posti in cui bisogna andare ed entro che ora. Poi si parte, tenendo conto di numerosi fattori. Ad esempio, il giro va studiato per arrivare nelle fabbriche evitando la chiusura della pausa pranzo e così via. A fine uscita, resta un’altra ora di impegno al centro smistamento e così via. Sono appassionata del mio lavoro, e credo per i giovani entrare in questo mondo possa risultare una grande opportunità». —

Gianluca Da Poian

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