Rinasce il viale del cimitero devastato dalla tempesta Vaia

Piantati cinquanta carpini “fastigiata”: sono simili ai cipressi ma più resistenti Schedate e geolocalizzate 3.491 piante: saranno visitabili su un portale internet
Stefano De Barba

feltre

Il viale del cimitero monumentale, devastato dalla tempesta Vaia, è tornato ad essere alberato. Grazie a cinquanta esemplari di carpino bianco di varietà “fastigiata”, che nella forma ricorda il tradizionale cipresso ma che ha doti di resistenza e di sviluppo ridotto tali da renderlo più resistente ad una potenziale tempesta.

La messa a dimora lungo il viale del cimitero delle piante “a pronto effetto”, alte già sei metri e oltre, è avvenuta ieri e ha segnato una tappa importante di un progetto ampio di ripristino del patrimonio arboreo di Feltre colpito da Vaia. Un progetto portato avanti d’intesa con il dipartimento Tesaf dell’Università di Padova e l’Agrario di Vellai che, nelle intenzioni del Comune, porterà anche alla realizzazione di un portale internet dove i cittadini potranno cliccare e “interrogare” ciascuno dei 3.491 alberi attualmente esistenti negli spazi pubblici della città, per conoscerne caratteristiche e varietà.

A fare il punto sul progetto sono stati ieri l’assessore all’ambiente Valter Bonan assieme a Marco Coden, il borsista dell’università di Padova che – sotto il coordinamento del professor Paolo Semenzato – cura il collegamento tra il dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’ateneo e l’istituto di Vellai.

«Tra gli obiettivi c’è quello di definire le linee guida per la gestione del verde pubblico e del patrimonio arboreo ripristinato e ampliato», ha spiegato Bonan, che guarda anche alla formazione degli operatori comunali addetti al verde ma anche alla trasmissione delle conoscenze ai cittadini con iniziative su misura. Il progetto su più livelli è dunque partito dal viale di Cart per arrivare al bosco dietro all’Agrario, dove la pecceta abbattuta da Vaia è stata rigenerata con latifoglie. Quindi ci sono state le duemila piante messe a dimora al bosco Drio le Rive, quelle piantate lungo via Gaggia e ora quelle lungo il viale del cimitero, mentre i prossimi passaggi saranno viale Montegrappa e via Cavour. Obiettivo: rigenerare il verde non piantando le stesse varietà di prima, ma scegliendo quelle più adatte sotto vari aspetti.

Così è stato f atto ieri al viale del cimitero, con la messa a dimora (costata circa 7 mila euro) di una varietà scelta con cura perché ricorda esteticamente i cipressi ma è più resistente alle folate di vento.

«Anche per il parco della Rimembranza, dove ci muoviamo d’intesa con la Soprintendenza perché si tratta di un parco monumentale», ha spiegato Bonan, «verrà rispettato filologicamente l’impianto dell’area, ma abbiamo individuato una varietà specifica di ippocastani “carnea” che sono più adatti dei precedenti, perché crescono meno in altezza ed hanno una fioritura più bella».

Un progetto che segue più punti, ha spiegato da parte sua Marco Coden, dalla definizione delle linee guida per la gestione degli alberi al censimento delle piante esistenti che, in particolare, è stato realizzato con la geolocalizzazione satellitare. L’incrocio dei dati di ogni singola pianta delle 3.491 di proprietà comunale con un sistema di cartografia ha permesso dunque di ottenere una mappa dettagliatissima che nei prossimi mesi verrà messa a disposizione dei cittadini su internet.

Ma la raccolta di dati e l’utilizzo di software, ha spiegato Coden, ha permesso anche di calcolare con precisione l’impatto positivo del verde pubblico sull’ambiente. «L’attuale patrimonio arboreo urbano pubblico di Feltre», ha spiegato, «ha una copertura di 13,96 ettari ed è ripartito in un totale di 54 aree verdi». Un patrimonio che permette di pulire l’aria di Feltre, ha spiegato, da 1,15 tonnellate di inquinanti ogni anno, con uno stoccaggio di CO2 di 4.408,6 tonnellate (pari alle emissioni annue di 400 autoveicoli che percorrono 10 mila chilometri), il “sequestro” di 148,75 tonnellate all’anno di CO2, la produzione di 108,2 tonnellate all’anno di ossigeno e la riduzione del deflusso superficiale delle acque di 1.147,48 metri cubi all’anno.

Un patrimonio verde prezioso dunque, che il Comune intende curare al meglio grazie anche al prossimo arrivo in municipio di un nuovo responsabile dell’Ufficio ambiente, proveniente da Venezia. —



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