Rifugio Boz, diciannove in coda per la gestione

FELTRE. Tanti giovani, parecchie donne, diversi laureati e persone che avrebbero voglia di cambiare lavoro (di conseguenza anche stile di vita) e sognano la montagna. È molto ambito il rifugio “Boz”, in località Neva di Cesiomaggiore, a quota 1.718 metri, che ha avuto un boom di richieste per la gestione.
Sono diciannove le candidature arrivate alla sezione del Cai di Feltre per il bando che si è chiuso sabato 23 gennaio: sei dalla provincia di Trento, cinque dal bellunese, tre da Treviso, due da Venezia, una da Verona, una da Bergamo e un’altra da Parma. Quattro domande sono state presentate da donne.
Complessivamente, il 37 per cento di ha partecipato ha un’età dai 23 ai 30 anni e un altro 37 per cento dai 36 ai 45 anni. Curiosamente, nessuno dai 31 ai 35 anni. È vario l’identikit degli aspiranti nuovi gestori della struttura affacciata sul Sass de mura, che per 39 anni è stata aperta da Daniele Castellaz e la moglie Ginetta.
«Il risultato del bando è andato oltre le aspettative», commenta il presidente del Cai di Feltre Ennio De Simoi. «Mi sarei aspettato sette-otto domande, anche perché il progetto di gestione era molto impegnativo e già di per sé scremava. Il fatto che abbiano risposto in diciannove è un successo enorme. Credo ci siano pochi rifugi che hanno avuto così tanta adesione, a fronte di un bando di questo tipo».
I motivi possono diversi, per esempio il fatto di non essere in alta quota offre la possibilità di anticipare e allungare il periodo di apertura. «Il Cai impone ai gestori tre mesi dal 15 giugno al 15 settembre, però molti hanno proposto di estendere la stagione», dice De Simoi. «Inoltre il “Boz” è ben avviato e gioca un ruolo anche la posizione all’interno del Parco delle Dolomiti».
Logisticamente, il rifugio ha diverse vie di accesso, da quelle facili per le famiglie a quelle più impegnative per alpinisti ed escursionisti esperti. Per il Cai ha un ruolo chiave e l’obiettivo è un’alta qualità del servizio agli ospiti. Adesso ci sarà una prima scrematura delle candidature e poi una commissione composta dai componenti del direttivo del Cai farà la sua valutazione, secondo criteri il più oggettivi possibile.
Quanto alla tempistica, «dovremmo finire tra fine febbraio e la metà di marzo», dice Ennio De Simoi. «Sono emerse molte proposte interessanti e abbiamo dei profili tra i quali alla fine sarà difficile fare una scelta». Saranno presi in considerazione i requisiti professionali dell’offerente, le competenze richieste e il piano di gestione. Il contratto avrà durata triennale. —
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