Reperibilità, l’Usl 1 studia un nuovo piano razionalizzato

BELLUNO. L’Usl 1 mette mano al sistema della pronta disponibilità di infermieri, autisti e tecnici. E lo fa anche dopo aver ricevuto una lettera anonima dove ignoti si sarebbero lamentati per un uso...
Belluno, 15 marzo 2007. Feltre, un'ambulanza esce dal pronto soccorso dell'ospedale.
Belluno, 15 marzo 2007. Feltre, un'ambulanza esce dal pronto soccorso dell'ospedale.

BELLUNO. L’Usl 1 mette mano al sistema della pronta disponibilità di infermieri, autisti e tecnici. E lo fa anche dopo aver ricevuto una lettera anonima dove ignoti si sarebbero lamentati per un uso “improprio” di questo strumento, soprattutto nel Cadore e in particolare all’ospedale di Auronzo dove opera il punto di primo intervento. La lettera, in base a quanto riportato nell’intestazione, sarebbe stata spedita per conoscenza anche alla Procura.

«Abbiamo agito in via cautelativa», precisa il direttore sanitario Tiziano Martello, «decidendo di sospendere un turno di reperibilità di un autista e di avviare, in vista anche della decadenza, a novembre, della deroga sull’orario di lavoro, la concertazione con i sindacati. L’altro ieri abbiamo presentato alle parti sociali la mappatura delle pronte disponibilità, specificando quando iniziano, quando finiscono, quante sono; ed ora dobbiamo ritrovarci per iniziare a discutere su come sviluppare il nuovo piano». Sicuramente, visto che la norma non lo concederà più, l’azienda non potrà più contare sulle deroghe all’orario di lavoro richiamando in servizio, in reperibilità, anche chi aveva terminato il turno qualche ora prima. «A questo punto le soluzioni possibili sono poche», sottolinea ancora Martello: «O chiedere che si prevedano ugualmente delle deroghe, oppure troveremo un sistema per cui si possa distribuire le pronte disponibilità su tutto il territorio bellunese. Vale a dire, se ci sono due ambulanze in pronta disponibilità su tutto il territorio, queste operino non in emergenza (servizio secondario) dove serve, oppure si farà attendere questi utenti. Se prima qualche trasferimento da un ospedale all’altro per esami o visite avveniva, in caso l’ambulanza fosse impegnata in un’urgenza, richiamando la persona reperibile, ora non sarà più possibile».

E il piano non sarà facile. «Consideriamo che sono interessate 300 persone nella pronta disponibilità», precisa Mario De Boni della Fp Cisl, «e che questa attività costa 700 mila euro che vengono pagati con il fondo del trattamento accessorio che ammonta a 3.5 milioni di euro. A questo punto sarà importante capire come prenderanno questa situazione i lavoratori. Poi attenderemo dall’Usl una bozza di piano».

Preoccupato, invece, Gianluigi Della Giacoma della Fp Cgil: «Questi disagi e problemi si creano per il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, che rischia di mettere in difficoltà anche i servizi sanitari. Per questo l’auspicio è che si superi il limite e che si possa ricominciare ad assumere. In questo modo non sarà più necessario ricorrere a tante pronte disponibilità per garantire le prestazioni. Infatti, se l’Usl dovesse ricorrere a molte reperibilità lo farebbe proprio per la carenza di personale. È come un cane che si morde la coda: fermo restando che il servizio va dato, o si aumenta il personale, o si aumentano le reperibilità, cioè si richiama in servizio chi ha già finito il turno».

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