Referendum, si rimette in movimento l’iter
Cortina, Livinallongo e Colle chiedono il voto il 28 ottobre. La palla passa a Roma
CORTINA. Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia hanno scelto: la data migliore per chiedere alla popolazione se vuole lasciare il Veneto per passare al Trentino-Alto Adige è il 28 ottobre. Il sindaco Andrea Franceschi ha spedito la sua comunicazione alla prefettura ieri mattina alle 9,30. E con Franceschi si sono dichiarati concordi anche i colleghi di Livinallongo e Colle Santa Lucia, Gianni Pezzei e Paolo Frena. A rimettere in moto la macchina burocratica del referendum per il passaggio di Regione è stato il ministero, da Roma, che ha mobilitato la prefettura di Belluno. Lunedì, dalla prefettura, è partita così una serie di telefonate ai sindaci per chiedere loro di esprimersi su due possibili date per la consultazione referendaria, il 21 o il 28 ottobre. E ieri la scelta è stata formalizzata: meglio il 28, data che tra l’altro è più vicina al ponte dei Morti. Così ci saranno più possibilità per gli emigranti di essere presenti e di votare. Sono 5.195 i cittadini di Cortina che hanno diritto al voto, mentre a Livinallongo saranno chiamati alle urne in 1.235 e a Colle Santa Lucia in 404. I tre paesi sono rappresentati nel comitato referendario appena formalizzato: ne fanno parte per Cortina Siro Bigontina Titoto (come coordinatore), ed Elsa Zardini, per Fodom-Livinallongo Daniela Templari e Ugo Ruaz, per Colle Santa Lucia Moreno Kerer e Paola Agostini. La trafila burocratica prima di arrivare alla convocazione ufficiale del referendum e poi al voto è comunque ancora lunga: intanto la prefettura deve ricevere il parere spedito ieri mattina da Cortina e quelli di Colle e Livinallongo, quindi dovrà girare tutto a Roma. Sarà un decreto del presidente della Repubblica, atteso a questo punto non prima di metà agosto, a fissare ufficialmente il referendum per il 28 ottobre. Attorno a metà settembre, poi, la prefettura inizierà a organizzare le operazioni di voto. Ieri comunque, con il via libera per la data del 28 ottobre, è stato compiuto un primo passo. «Per me è stata una formalità burocratica», spiega il sindaco Franceschi, «il referendum era stato deciso con la precedente amministrazione. Mi aspettavo già che alle urne si andasse per la fine di ottobre o per i primi di novembre. I rappresentati dell’Unione dei ladini d’Ampezzo, infatti, mi avevano detto che secondo i loro calcoli la data si aggirava alla fine di ottobre, in quanto fa fede la data di presentazione della richiesta». «Per quanto riguarda il referendum», aggiunge Franceschi, «ripeto che sono favorevole all’indizione della consultazione. Il mio gruppo “Progetto Cortina”, infatti, ha da subito appoggiato senza incertezze o titubanze la legittima richiesta avanzata dall’Ulda di indire il referendum per il passaggio con l’Alto Adige; tema questo del quale si discute ormai da troppi anni. E’ compito di chi amministra, a qualsiasi livello istituzionale, affrontare il problemi che vengono portati avanti dalla popolazione. Noi che intendiamo fare della capacità di ascolto e di coinvolgimento della popolazione un punto di forza, riteniamo che lo strumento referendario, se utilizzato con criterio, sia sinonimo di democrazia e libertà e che pertanto sia assolutamente giusto che i nostri concittadini possano esprimere la loro opinione su un argomento cosi importante e delicato per Cortina». «Per quanto riguarda poi», ha concluso Franceschi, «la mia personale opinione sul passaggio alla Regione autonoma, credo che sia presto per esporsi. Mi esprimerò chiaramente quando sarà il momento opportuno, ora la richiesta deve seguire l’iter burocratico. A pochi giorni dalle urne i miei concittadini sapranno le intenzioni del loro sindaco, questo credo che sia doveroso». |
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video