Reddito di cittadinanza, via alle domande: i Caf preoccupati per l’ondata di richieste

Un contributo minimo di 780 euro al mese, per un anno e mezzo, purché ci si attivi nella ricerca di un lavoro. Inizia la rivoluzione chiamata reddito di cittadinanza. Da oggi i cittadini potranno presentare le domande di accesso alla nuova misura decisa dal governo gialloverde per sostenere le persone in difficoltà e reinserirle nel mondo del lavoro. Le domande possono essere presentate ai Caf, i centri di assistenza fiscale, alle Poste, all’Inps oppure online, sul sito del ministero del Lavoro all’indirizzo www.redditodicittadinanza.gov.it tramite le credenziali “spid” (informazioni sul sito www.spid.gov.it).
L’attesa ai Caf
I Caf delle Acli, della Cisl e della Cgil sono pronti ad accogliere i bellunesi con i requisiti per accedere al reddito di cittadinanza. Secondo le prime stime e proiezioni, potrebbero essere circa 2500 i beneficiari della misura, ma è molto difficile dare un dato certo perché il documento da cui si parte è l’Isee e non tutti lo fanno.
Nei database del Caf Cisl Belluno-Treviso ad oggi sono 1550 i bellunesi il cui modello Isee è sotto la soglia dei 9360 euro, il limite oltre il quale non si può presentare la domanda per il reddito di cittadinanza.
«Ma non sappiamo se tutte queste persone abbiano tutti i requisiti necessari per poter beneficiare della misura», spiega Antonio Miotto, responsabile del centro di assistenza fiscale della Cisl. «È molto difficile fare una previsione».
Super lavoro
Nelle ultime settimane molte persone hanno chiesto informazioni sul reddito di cittadinanza e sono aumentate anche le pratiche per l’Isee: a febbraio erano il 30% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Riceviamo quotidianamente richieste di informazioni, abbiamo potenziato il personale assumendo tre operatori in più per gestire la mole di lavoro che ci aspetta», continua Miotto.
I Caf lavoreranno tutti su prenotazione, per dare un servizio migliore ai cittadini, ma se arriveranno persone senza aver fissato un appuntamento si cercherà di fare il possibile per gestire tutte le richieste che si presenteranno.
Assistenza
«Ogni pratica richiederà dai 15 ai 20 minuti», continua Miotto. «I nostri operatori daranno assistenza ai cittadini, perché va spiegato loro anche cosa si rischia a scrivere un’informazione sbagliata nella domanda. Ci aspettiamo un’ondata di persone e non nascondo una certa preoccupazione, anche perché alla fine del mese inizieremo anche l’assistenza per la compilazione dei modelli 730».
La procedura
I Caf invieranno per via telematica le domande, che saranno analizzate dall’Inps. A questo ente spetta la verifica di tutti i requisiti, che sono numerosi: oltre al’Isee sotto i 9360 euro, la persona che chiede il reddito di cittadinanza deve essere residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, deve avere un patrimonio immobiliare che non superi i 30 mila euro (esclusa la casa di abitazione) e ci sono limiti anche sul possesso di veicoli
Quando l’Inps avrà verificato tutti i parametri, invierà un sms o una mail al cittadino. Poi bisogna aspettare la comunicazione delle Poste, per il ritiro della carta RdC, una prepagata sulla quale mensilmente sarà caricato l’importo dedicato al beneficiario del reddito di cittadinanza. Entro 30 giorni dalla mail o dall’sms dell’Inps tutti i componenti del nucleo familiare devono rendere la dichiarazione di “immediata disponibilità al lavoro” e iniziare a cercare attivamente un impiego, pena la perdita del reddito.
Il personale
Al Caf della Cgil non è stato potenziato il personale, ma anche qui sono arrivate molte richieste di informazioni. «Anche da noi sono aumentate le pratiche per l’Isee», racconta la responsabile, Vania Cibien. «Secondo le nostre proiezioni, sono circa 300 i bellunesi con l’Isee sotto i 9360 euro, ma i dati si riferiscono all’anno scorso e potrebbero aumentare con le nuove pratiche fatte quest’anno».
A questi si aggiungono i 1550 che hanno fatto l’Isee al Caf della Cisl e i 600 che si sono rivolti alle Acli. «Molte persone che non avevano mai fatto l’Isee hanno iniziato quest’anno a farlo», spiega Tomaso Zampieri. «Secondo le nostre stime, buona parte di chi ha fatto la certificazione potrebbe aver diritto al reddito di cittadinanza, ma bisogna aspettare per avere un dato certo». Anche alle Acli sono preoccupati per la mole di lavoro attesa e le persone saranno ricevute solo su appuntamento per non intasare gli uffici. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi