«Quella ringhiera era deteriorata»

Agordo. In tribunale parla il tecnico dello Spisal che analizzò il terrazzo dell’ospedale da dove precipitarono due persone
Di Gigi Sosso

AGORDO. La ringhiera era ridotta male. Non è strano che l’infermiera dell’ospedale di Agordo, Paola Maritan, e il visitatore Michele Soppelsa siano caduti e abbiano fatto un volo di cinque metri, con i loro bicchierini della pausa caffè in mano. Per quello che, nel caso della donna, è un infortunio sul lavoro, sono a processo per lesioni personali colpose Antonio Ferdinando Compostella, che nel 2012 era il direttore generale dell’Usl 1; Roberto De Nes, ex direttore amministrativo della stessa azienda sanitaria e il direttore sanitario Sandro De Col.

La donna è stata risarcita, quindi ha ritirato sia la querela che la costituzione di parte civile con l’avvocato Mauro Gasperin, ma l’udienza di ieri mattina ha visto soprattutto la deposizione del tecnico della prevenzione dello Spisal, che ha descritto le condizioni della ringhiera che ha ceduto ed è stata sequestrata dai carabinieri di Gosaldo, a partire dal sopralluogo del 7 settembre, poco dopo l’incidente: «Gli elementi dei montanti erano corrosi e deteriorati e anche la soletta presentava chiazze di umidità e ruggine», ha spiegato Massimo Pomarè, «era stata piazzata nel 1981 da una ditta che non esiste più e l’unico intervento di manutenzione è stato fatto nel 2006, in realtà una verniciatura da parte di un altro artigiano. Ci sono i documenti che abbiamo avuto dall’azienda sanitaria e due fascicoli fotografici a testimoniare tutto questo».

La ringhiera del terrazzino di ingresso di uno dei padiglioni è una struttura in ferro con elementi verticali e circolari, che penetrava nel muro per pochi centimetri: «Il suo cedimento ha provocato la caduta per tre o quattro metri delle due persone che si erano appoggiate e sono atterrate di sotto, riportando politraumi e fratture. Aggiungo che i tre imputati non hanno pagato la sanzione amministrativa».

Paola Maritan ha ritirato la querela che aveva presentato il 9 ottobre ed è uscita dal processo: «Stavo prendendo un caffè con Soppelsa, che aveva la mamma ricoverata e, in quel momento, andava a dare il cambio alla sorella. Mi sono appoggiata di schiena alla ringhiera, lui di fronte, e siamo precipitati. Ho perso conoscenza, quando mi sono risvegliata, ero in stato di shock e ho avuto anche una crisi epilettica. Mi hanno messo il collare, ma non lo volevo e dicevo cose senza senso. Sono stata un giorno in Rianimazione e tre in Neurochirurgia».

Michele Soppelsa ha rimediato la frattura di alcune costole e conservato la costituzione di parte civile con il legale Massimiliano Paniz: «Ho perso sette chili da allora», ha rivelato al giudice Scolozzi e al pubblico ministero Rossi, «dopo aver trascorso tre giorni in Rianimazione e sei nel reparto di Pneumologia. Ero andato a trovare mia madre, che pochi giorni dopo è mancata. Non ho nemmeno potuto partecipare al suo funerale».

Compostella e De Nes sono difesi da Prade e Montino, mentre De Col è rappresentato da Coletti. Il momento di sentire i consulenti arriverà il 7 marzo.

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