Quasi tutti drammi famigliari
I casi in provincia spesso confinati tra le mura domestiche. Pochi gli episodi che non hanno avuto una soluzione

L'abitazione teatro del caso Falco
BELLUNO.
Sono quasi sempre tragedie famigliari. Gli omicidi nel Bellunese si consumano dentro le mura domestiche, i casi insoluti, i veri e propri gialli sono pochissimi.
L’episodio più recente è della fine di maggio del 2007. In una palazzina di Cavarzano Antonio Soccol uccide la moglie Miriam Parissenti. Anche in questo caso, come ieri, l’arma usata è un coltello da cucina. Nell’appartamento era presente anche la figlia di 12 anni. E’ lui stesso a chiamare le forze dell’ordine e a consegnare ai vicini la figlia.
L’anno prima, il 2006, gli omicidi furono tre. Il 27 gennaio in una casa di San Vito di Cadore vengono trovati i corpi senza vita di Erminio De Martin e del figlio Fabio, con ferite di armi da fuoco. Secondo gli accertamenti si trattò di un omicidio - suicidio. A uccidere era stato il figlio.
Il 28 marzo a Sospirolo Felice Falco accoltellò il cognato Aniello Fiore. L’omicida venne fermato al pronto soccorso dove si era recato per farsi curare alcune ferite riportate durante la colluttazione.
Nello stesso anno, il 14 luglio, viene arrestata a Santa Giustina una badante ucraina, colpevole di aver soppresso la figlia neonata.
Degli anni precedenti ricordiamo alcuni dei casi più clamorosi, consumati anche all’estero.
Era il marzo del 2000 quando in una cittadina tedesca Sergio Smilzotti, gelatiere bellunese, uccise la moglie e la figlia di 12 anni e poi si suicidò.
Due anni più tardi un’altra tragedia famigliare in Svizzera, Canton Ticino. Il figlio Remo uccise il padre e la madre, Adolfo e Anita Sirena, lui di origini agordine.
Si consumarono dentro le mura domestiche anche i drammi di Farra d’Alpago (Olinda Tollot uccisa dal fratello Beniamino nel 1999), di Mugnai di Feltre (Silvia Dalla Caneva morta in seguito alle botte del figlio nel 2000), di Feltre (Raffaela Dal Lan che gettò il figlio di 4 mesi in un canale dell’Enel nel 2000), di Auronzo (Teodolinda Pat uccisa dal figlio Ottorino Marchet nell’aprile del 2002).
Di tutt’altro tipo l’omicidio compiuto a Pieve di Cadore nel maggio del 2001. Annalisa Baldovin, imprenditrice cadorina, venne uccisa a colpi di pistola da un croato che l’aveva a lungo molestata. Diciassette denunce non erano servite a rendere l’uomo inoffensivo.
Nella categoria dei misteri, ne restano pochi. Risalendo indietro nel tempo, a 18 anni fa, c’è il caso di Maria Luisa De Cia, originaria di Sorriva di Sovramonte e uccisa con un colpo di pistola in Primiero. Nessun responsabile per quell’omicidio.
Più recente e altrettanto insoluto, il caso di Falcade, la morte di Federico De Valiere, ucciso a coltellate, nel 1999. Tante ipotesi, congetture anche incredibili, ma nessun responsabile.
Argomenti:tragedia a sedico
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