Puntata a sorpresa fino a Danta in Comelico

Racconta il parroco don Angelo Balcon: «E’ rimasto estasiato da tanta bellezza»
DANTA DI CADORE. Dopo una prima settimana di assaggi intorno a casa o negli immediati dintorni, il papa ha preso le misure con uscite più dilatate: di un’ora e mezza. Ieri sera ha lasciato casa, tra i boschi di Mirabello, verso le 18 ed è rientrato alle 19.30. In quell’ora e mezza è stato a Danta di Cadore, dove ha ammesso: «Sono estasiato per tanta bellezza».

 Il corteo pontificio è salito lungo la galleria che porta a Santo Stefano di Cadore, è arrivato a Danta, ha attraversato il paese ed ha imboccato un sentiero suggestivo, che porta alla cappella della Madonna dei miracoli. Era stato l’allora vescovo di Belluno, Vincenzo Savio, a benedirla, insieme al tracciato che fa parte del “Sentiero Frassati”, oggi un tassello che fa parte del “Sentiero del sinodo”.
 Al termine della breve passeggiata, il papa ha trovato ad attenderlo don Angelo Balcon che lo ha accompagnato alla vicina chiesa di Santa Barbara. L’edificio di culto si trova in cima al colle che sovrasta il paese e che di fatto è un balcone sulla catena che avvolge la conca del Comelico, fino alle montagne dell’Austria.
 «Abbiamo pregato insieme. Con noi c’era anche il segretario padre Georg. E poi abbiamo a lungo chiacchierato. Per circa mezz’ora», racconta il parroco. «Benedetto XVI non finiva di guardarsi intorno e di sorprendersi per la straordinarietà, come l’ha definita, del paesaggio. Ha parlato di magnificenza. Ha chiesto il nome di tutte le montagne. Gli ho indicato il monte Zovo dov’era salito papa Giovanni Paolo II, a cui il Comelico stava molto a cuore». In lontananza si scorgeva anche la cima del monte Peralba, che pure era stata scalata da Wojtyla, durante il soggiorno del 1988. A don Angelo Bendetto XVI è apparso di una “esemplare semplicità”. «Non mi sembrava», sottolinea, «di intrattenermi con un papa, tanto era amabile. Abbiamo parlato di tanti problemi», afferma, ancora emozionato, il sacerdote, «ma preferisco tenere per me le sue considerazioni. Sono davvero troppo belle e profonde».
 Benedetto XVI gli ha chiesto anche informazioni sul paese. Don Angelo gli ha spiegato che Danta ha una storia importante, dal punto di vista sociale ed economico. Fra l’altro è uno dei pochi paesi di montagna a godere, ormai da decenni, di una propria autonomia, perché sul posto ci sono numerosi posti di lavoro: le aziende, infatti, realizzano prodotti di misurazione. «Il pontefice si è dimostrato molto interessato».
 Vicino alla chiesa di Santa Barbara si è radunato un gruppo di famiglie, con numerosi bambini. Benedetto XVI ha salutato tutti. E tutti, emozionati, gli hanno augurato «buone vacanze». Commentando con i presenti la sua improvvisa visita, riferisce ancora don Balcon, abbiamo convenuto che «è molto paterno» e che «è capace di mettere subito in sintonia la persona che gli sta davanti».
 Che il papa fosse in movimento l’hanno percepito non tanto i lorenzaghesi, quando gli automobilisti che transitavano sulla statale, in località “ponte nuovo”. «Siamo stati bloccati per una decina di minuti, forse più», racconta il sindaco di Auronzo, Bruno Zandegiacomo. «Temevo il peggio, che ci fosse stato qualche incidente. Meglio così».
 Don Giuseppe Bratti, portavoce del vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Giuseppe Andrich, era salito nel pomeriggio a Lorenzago per riferire che «il santo padre continua le sue giornate col solito stile monastico, di studio e preghiera, e qualche passeggiata alla sera, ma sempre nei dintorni». Ieri sera, invece, considerato lo splendido pomeriggio, la famiglia pontificia ha deciso di prendersi qualche momento in più di libertà.

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