Primarie interne addio: l’11 maggio via alla “fase 2”

BELLUNO. Come cambia il Pd. Dopo i traumi delle scorse settimane, le elezioni quasi perse, l’intera segreteria dimissionaria e alla fine l’inciucio sempre negato, il Partito democratico prova a...
Belluno, 22 Novembre 2009. Presentazione delle due candidate alla segreteria provinciale del PD durante l'assemblea tenuta al centro giovanni XIIIIrma Visalli durante la presentazione del programma
Belluno, 22 Novembre 2009. Presentazione delle due candidate alla segreteria provinciale del PD durante l'assemblea tenuta al centro giovanni XIIIIrma Visalli durante la presentazione del programma

BELLUNO. Come cambia il Pd. Dopo i traumi delle scorse settimane, le elezioni quasi perse, l’intera segreteria dimissionaria e alla fine l’inciucio sempre negato, il Partito democratico prova a ricostruirsi un’immagine e un futuro con l’assemblea dell’11 maggio. A Roma ci saranno tre delegati bellunesi: il deputato Roger De Menech, la segretaria del feltrino Dolores Bortolas e quella di Belluno Irma Visalli. Nella convocazione non si accenna ai contenuti dell’assemblea, ma già circolano voci su due passaggi decisivi: via le primarie come strumento per la scelta del segretario nazionale, che non sarà più il candidato “naturale” del partito alla presidenza del consiglio.

«Non si sa nulla di preciso», spiega Visalli, «ma spero che il partito non decida di chiudersi dentro di sè, perché sarebbe una dimostrazione di paura e debolezza che non bisogna avere». La questione sta nello stabilire le priorità: «Che ormai sono esplicite e strutturali e credo che il punto stia nel mantenere la coerenza con quanto fatto finora. Il Paese non è in condizioni normali e adesso ci si deve concentrare sulla ripresa economica. Il governo di scopo ha senso per quello: fare le 3-4 riforme indispensabili e poi tornare a votare». I militanti e i dirigenti locali del Pd, infatti, faticano a giustificare l’evoluzione dal “mai con il Pdl” all’attuale governo Letta dove il Pdl è preponderante.

Se ne è parlato anche domenica scorsa, in un’assemblea provinciale: «Ora si apre la fase congressuale», prosegue Visalli, «bisogna solo capire se sarà contestuale a quella nazionale e quindi se le mozioni verranno proiettate anche sui territori. La guerra tra bande è un male, la nostra intenzione sarebbe quella di una fase congressuale aperta e libera, concentrata sulla discussione politica e sul ricambio generazionale». Per il Pd è venuto anche il momento di confrontarsi, e quindi scegliere la linea, su alcune questioni locali importanti: il futuro dell’ente Provincia, i referendum, le elezioni provinciali “simulate” proposte dal Bard, tanto per citarne alcune.

«Sulla Provincia c’è una proposta di legge a firma Bressa e De Menech, ma bisogna anche ricordare che Letta conosce bene la nostra situazione (è il “padre” dei Fondi Letta per le aree di confine, ndr) e anche il ministro Zanonato sa di cosa stiamo parlando». Visalli, in chiusura, invita all’ottimismo: «Nel disastro di queste settimane e senza voler assolvere nessuno, questo è il momento in cui il Pd può finalmente nascere».

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