Presentato il Pati dell’alto Agordino

Il Piano di assetto del territorio intercomunale illustrato da Mauro De Conz ai sindaci dei cinque comuni interessati
Di Gianni Santomaso

ALLEGHE. «Uno strumento elastico per rispondere alle esigenze del pubblico e del privato». Mauro De Conz, il professionista scelto dai comuni di Alleghe, Rocca Pietore, Livinallongo, Colle Santa Lucia e Selva di Cadore, ha definito così il Pati (Piano di assetto del territorio intercomunale) Dolomiti Alto Agordino presentato venerdì sera, ad Alleghe. Un consiglio comunale informale, con la presenza dei consiglieri dei cinque comuni, prima dell'adozione del nuovo strumento urbanistico.

Il Pati sarà uno strumento molto importante per la pianificazione e la gestione del territorio nel prossimo futuro, ma le vere decisioni (che modificheranno il Piano regolatore) verranno prese all'interno del Piano degli interventi che ogni comune porterà avanti per proprio conto: «È stato un percorso più lungo del previsto», ha detto De Conz dopo l'intervento di Gaspare Andreella sulla valutazione di compatibilità idraulica, «e che ha visto cambiare molte normative. Normative a cui ci si è dovuti adeguare soprattutto sulla parte idrogeologica che, in un territorio come questo, riveste una particolare importanza».

De Conz ha subito chiarito che il lavoro fatto ha tenuto conto delle indicazioni date dai Comuni i quali volevano un Pati che rimanesse a “livello alto” in modo da lasciare libertà di scelta alle singole amministrazioni. Molti gli spunti emersi, dal taglio del bosco alle aree edificabili: «Le nuove rilevazioni» ha proseguito De Conz, «ci consentiranno di risalire al confine del bosco del 1953. L'obiettivo è di poter tagliare la parte eccedente, a patto che sia occupata per scopi agricoli. È un tema importante, perché metterebbe sul piatto bosco da tagliare periodicamente e recente, vicino ai paesi, fornendo una buona quantità di legname per l'attivazione di eventuali centrali».

Sulle aree edificabili, De Conz ha messo in luce il cambio di filosofia rispetto al passato: «Non abbiamo voluto dire a priori su quali aree si potrà edificare e in quali no», ha sottolineato, «il concetto è che devo realizzare, in poco tempo, quello che ho in testa. L'intervento viene previsto solo se hai davvero intenzione di farlo. Siamo sicuri che, se diciamo ai cittadini che entro tre anni dovranno concretizzare le previsioni, arriveranno solo le richieste certe».

Per ora si è previsto che in un'area di 30 metri attorno al residenziale esistente ci potranno essere interventi di completamento del tessuto edilizio (si arriva a 50 in casi di interventi alberghieri). Ad ogni modo, il Pati prevede un volume di progetto di 156 mila metri cubi a fronte dei circa 174 mila edificati dal 2001 al 2011. Quanto al Piano degli interventi, sono stati messi a fuoco alcuni temi su cui gli interventi stessi potranno andare a incidere: il sistema del torrente, l'ambito Unesco, il recupero delle aree prative e pascolive, la qualità dei centri urbani, la loro riqualificazione energetica, le reti tecnologiche, l'architettura storica di montagna, i collegamenti intervallivi, la qualità alberghiera, la piccola ricettività nelle zone più periferiche, la rete dei percorsi, gli ski terminal.

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