Post Covid, la propositività la ricetta di Giavazzi per venire fuori dalla crisi

BORGO VALBELLUNA

Se la serata con Telmo Pievani era stata un elogio all’imperfezione dell’uomo, avvalorata da modelli evoluzionistici che si sono succeduti lungo la linea del tempo, quella di Francesco Giavazzi è stata invece un inno alla propositività per l’immediato futuro post Covid-19, con nuovi modelli di sviluppo da seguire per aiutare l’Italia a ripartire.

Giavazzi, professore ordinario di Economia politica alla Bocconi di Milano, è stato ospite ieri pomeriggio al palazzo del nuovo oratorio di Lentiai, dove ha dato vita al secondo appuntamento della rassegna “Trichiana paese del libro” , che si concluderà oggi alle 18 in sala San Felice a Trichiana con la premiazione del vincitore. Questi i punti essenziali della prima parte del suo lungo excursus, incentrato sull’economia: ragioni per cui potremmo uscire velocemente dall’attuale crisi e ragioni per le quali potremmo farlo meno velocemente. Tra i fattori positivi elencati da Giavazzi spiccano la risposta finanziaria delle banche, che fino ad ora a suo dire hanno retto l’urto nonostante il calo di liquidità, ed in secondo luogo la risposta dell’Europa, i cui governi hanno saputo reagire per tempo offrendo risposte concrete ai cittadini. Immancabile il paragone con la crisi del 2008, che aveva registrato il fallimento di numerosi istituti di credito.

Tra i fattori negativi Giavazzi ha messo in risalto l’aumento del risparmio delle famiglie, che hanno ridotto la propria capacità di spesa.

«Dopo questa crisi nulla sarà più come prima» è stato il concetto più volte ribadito.

Il motivo principale individuato da Giavazzi è consistito nella “riallocazione del lavoro” . Lo spostamento quindi di capitali e persone. Una rivisitazione del lavoro e delle modalità operative: qui Giavazzi ha citato lo smartworking come metodo alternativo da tenere in considerazione anche per il domani. L’esperto economista ha quindi aperto la seconda parte della serata elencando gli errori che nel prossimo futuro non dovranno essere fatti: tra i primi c’è la difesa delle imprese che non hanno futuro. «Alitalia e l’Ilva di Taranto sono le principali: è inutile continuare ad investire capitali se non ci sono progettualità precise», ha detto Giavazzi, che ha poi sottolineato la doverosità di proteggere i lavoratori. «La cassa integrazione non rappresenta un modello giusto e perseguibile per sempre», ha commentato, «per vari motivi. Meglio investire su sussidi di disoccupazione come già fanno gli altri Stati Europei». Giocheranno un ruolo di vitale importanza i fondi del recovery found. Si tratta in sostanza dei soldi che l’Europa ha messo a disposizione dell’Italia per aiutarla a rimettersi in moto a seguito della crisi causata dal Covid. Secondo la visione del docente, grazie a tali proventi bisognerà puntare su modelli economici sostenibili. E il principale dovrà essere la scuola, dalla quale parte l’educazione.

«Proponiamo un sistema scolastico differente da quello attuale», ha ribadito, « per tutti i gradi di istruzione, con aperture anche pomeridiane» . Un’azione che potrebbe potenzialmente sbloccare nuove assunzioni di docenti e quindi favorire lo stesso mondo del lavoro. Giavazzi ha colto l’occasione per invitare la politica ad investire anche sulle strutture scolastiche, presentando infine il suo nuovo romanzo. “Salvare Venezia: il Mose, 50 annni di lezioni e sprechi” . —



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