Ponte nelle Alpi, disagio familiare e bullismo, giovani vogliono essere ascoltati

L’INDAGINE
Pubblicati i risultati dell’analisi sociologica sui giovani pontalpini. Si tratta della conclusione di un progetto che va avanti da diversi anni. Nel 2019 è partito infatti un percorso per indagare sui bisogni e la condizione dei ragazzi e delle ragazze che risiedono a Ponte e che hanno un’età compresa tra i 12 e i 25 anni. Promotrice è stata l’amministrazione comunale con la consulenza tecnica del sociologo Diego Cason e il coordinamento della consigliera con delega alle Pari opportunità Sabrina Dassiè e il supporto di un gruppo di lavoro di alcuni giovani dotati di varie competenze e studi in materia, ovvero Erica Chies, Claudia Collarin, Alberto Zornitta e Elia Soracase (contando anche sulla collaborazione delle scuole medie Pertini, dello spazio adolescenti e della cooperativa “La Esse”). Come esito finale ne è nata quindi la pubblicazione “Giovani a Ponte nelle Alpi” curata da Isbrec, che fa parte della collana dei Quaderni dell’Osservatorio Bellunese, con il contributo della Provincia di Belluno. Il libro prossimamente verrà distribuito in tutte le biblioteche e le scuole della provincia.
«L’obiettivo era quello di raccogliere le istanze dei giovani», spiegano i promotori, «per renderli protagonisti del loro e del nostro futuro, con fiducia. Per noi è centrale il tema della fiducia che i giovani pongono sulle istituzioni, su loro stessi, sulla comunità, sugli altri. La fiducia è una componente fondamentale di integrazione sociale, è l’elemento che permette la costruzione di relazioni positive ed efficienti. Ecco perché è necessario dialogare con i giovani e ascoltarli, progredendo insieme. E in questo dialogo sono tutti coinvolti: famiglie, scuola, associazioni e istituzioni».
Alcuni dati erano stati già anticipati nei mesi scorsi; fa prima di tutto riflettere la domanda su come fare per risolvere alcuni problemi giovanili con la risposta secca maggioritaria che è stata “parlare con i giovani”, che può essere chiaro stimolo anche per gli amministratori. Tra i più giovani, tra i bisogni evidenziati dalle risposte si evidenzia la voglia di sport (sono ben 23 le discipline praticate a Ponte) e di formazione, con corsi di lingue e musica (con decine di strumenti oggi già studiati). Tra le paure più grandi ci sono quelle del disagio familiare, della violenza domestica e del bullismo; per fortuna però il 90% dichiara comunque di avere un buon rapporto con la famiglia e il 72% un buon rapporto anche con i coetanei. Il lavoro è invece ancora fuori dagli orizzonti dei giovanissimi, così come le sfere della malattia, del futuro e della sessualità. Gli interessi principali sono sport, musica, tv e videogiochi mentre agli ultimi posti troviamo la cultura, il teatro, l’impegno in politica e la religione, temi che interessano a meno del 10% degli intervistati. Nel tempo libero ci si dedica soprattutto a stare con gli amici rispetto che alla lettura, che è agli ultimi posti ma comunque con un 60% di “amanti” che fa ben sperare. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi