Pompanin Dimai: arriva l’assoluzione con formula piena

CORTINA. Assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste: è finito un incubo durato oltre sei anni per Luigi Pompanin Dimai, commercialista di Cortina domiciliato a Treviso, rimasto coinvolto nella bancarotta di "MyAir", la compagnia aerea vicentina che nel 2010 venne travolta da un crac finanziario che fece scalpore non solo nella nostra regione. Nel 2006, secondo la Procura, il commercialista ampezzano avrebbe sovrastimato la compagnia aerea con una perizia da lui firmata di oltre 60 milioni di euro, alimentando in questo modo gli intrecci societari su cifre non reali. La sentenza di assoluzione è arrivata venerdì scorso, dopo che, nell'ultima udienza del settembre scorso, fu lo stesso pm a chiedere l'assoluzione, in quanto la perizia risultava corretta. In aula allora Andrea Peruffo, consulente del curatore fallimentare di “MyAir”, Giovanni Sandrini, aveva ammesso di non aver letto tutti i documenti inviatogli dalla società riguardo la perizia di Pompanin e di aver quindi sbagliato le analisi. A giudizio del difensore di Milano di Pompanin Dimai, l’avvocato Gian Piero Biancolella, sono state poste in essere contestazioni al lavoro del suo assistito «malgrado dalle carte di lavoro, dai documenti e dalle valutazioni fatte vi fosse chiara evidenza della sua correttezza». I documenti erano tutti consultabili dal curatore e dai consulenti, come la difesa ha contestato ed ampiamente documentato nel corso del dibattimento.
«È un processo che non avrebbe mai dovuto nascere nei confronti dei Pompanin Dimai» ha dichiarato l’avvocato Biancolella, «e mai il mio assistito, la sua famiglia ed i collaboratori del suo studio avrebbero dovuto subire le sofferenze che hanno patito per quanto accaduto per sei lunghissimi anni».
Pompanin Dimai, nel 2010, in seguito alle accuse mosse dal pm collegate al crac di “MyAir”, aveva infatti dovuto dimettersi da tutte le cariche che ricopriva in varie società, molte delle quali di Cortina: ovvero società Faloria, Golf Cortina, ISTA , Skipass e altre, con tutte le ovvie ripercussioni negative sulla sua attività professionale; i giudici, inoltre, avevano preso nei sui confronti provvedimenti pesanti, vietandogli di esercitare temporaneamente il ruolo di revisore contabile e sindaco di società. C’era naturalmente stato anche il sequestro dei suoi beni personali.
«Non avrei mai dovuto entrare in questo processo», dichiara Pompanin Dimai, «nessuno mi ha mai chiamato né contattato per analizzare le carte, prima di accusarmi. Per fortuna sono riuscito a difendermi grazie al bravissimo avvocato Biancolella: senza di lui non so che cosa sarebbe successo. Spero che a breve mi restituiscano tutto quello che mi hanno sequestrato: conti correnti, casa, con danni economici incalcolabili». Pompanin Dimai in questi anni ha continuato a lavorare nel suo studio a Treviso, ma sempre con la spada di Damocle sopra la testa, in attesa della sentenza che ora lo ha assolto da qualsiasi accusa. «Ho sempre lavorato in modo corretto e professionale; certo, ci sono lavori che hanno rischi ingenti, ma fa parte della nostra professione. Finalmente adesso ho ritrovato la serenità».
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