Polizia: attenti alla truffa dello specchietto

BELLUNO. Truffe mordi e fuggi: i truffatori dicono che c’è stata la rottura di uno specchietto dell’auto e si fanno dare subito in contanti il risarcimento del danno, per non chiamare la polizia. Peccato che l’urto non ci sia mai stato e che l’ignaro automobilista talvolta sborsi dei soldi senza avere colpe.
È capitato due volte negli ultimi dieci giorni: una tentata truffa dello specchietto a Belluno, non andata in porto perchè l’automobilista aveva il portafogli vuoto; e una truffa a Feltre per 40 euro. Due casi che sembreranno limitati di numero ma per la questura è già abbastanza.
E lancia l’allerta ai cittadini bellunesi perchè prestino una maggiore attenzione.
«Vorremmo far sapere alla comunità di questo metodo di truffe molto collaudato e di cui abbiamo avuto alcune segnalazioni in provincia» spiega proprio il questore Lucio Aprile: «Di solito sono eventi che avvengono in Campania e che vengono esportati altrove. I truffatori fingono di aver subito un urto all’auto con la rottura di uno specchietto laterale da parte di ignari automobilisti, come se la vittima della truffa avesse procurato un danno al truffatore. Il truffatore cerca di chiudere su posto la vicenda, recuperando 200/300 euro a risarcimento del danno e spesso ci riesce. Vorremmo alzare l’attenzione perché gli automobilisti stiano più attenti».
In provincia nell’ultimo periodo la questura ha ricevuto due segnalazioni della truffa dello specchietto: «Una novità, dal momento che negli archivi c’è un solo caso di indagato per questo reato, nel 2015, un siciliano» spiega il commissario capo Michele Natalicchio. «Un caso c’è stato una decina di giorni fa a Belluno, l’altro qualche giorno fa a Feltre, consumato». A Belluno si tratta di una tentata truffa perché la vittima non aveva con sè i contanti e ha invitato il truffatore a casa per saldare il presunto danno: quando è tornato fuori non ha più trovato il truffatore che evidentemente dev’essersela data a gambe. A Feltre invece sono stati estorti 40 euro, perché la vittima non aveva con sé altro contante. «Dei soggetti che operano in questo periodo siamo a conoscenza solo del loro accento meridionale» continua Ñatalicchio. «Si tratta di eventi che di solito tornano ciclicamente: chi mette in pratica queste truffe batte a tappeto per qualche giorno il territorio, fa il suo bottino e poi scappa. Per questo ci serve la collaborazione della cittadinanza: va tenuta alta l’attenzione ed è meglio comportarsi in un certo modo se ci si trova in casi simili. Primo, se non si è convinti di aver provocato un urto, è meglio non scendere dal veicolo e chiamare subito le forze dell’ordine, polizia, carabinieri o vigili urbani. Poi è meglio memorizzare qualsiasi dettaglio utile all’identificazione dei responsabili: targa, auto, abbigliamento dei truffatori. È consigliabile chiamare le forze dell’ordine anche nel caso in cui l’urto c’è stato. Solo così possiamo togliere dalla circolazione soggetti che fanno danni».
Cristina Contento
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