Piove e l’erba cresce troppo Enti in affanno per gli sfalci

L’Unione montana allarga le braccia: «Quest’anno servirebbero dieci tagli» Coldiretti ai Comuni: «Affidatevi alle imprese agricole del territorio»
Francesco Dal Mas

CIBIANA

L’erba cresce troppo in fretta. A causa delle troppe piogge. E i Comuni e le Unioni montane, per loro conto, non riescono a provvedere a tutti i tagli che sarebbero necessari.

«Ci scusiamo con i villeggianti, ma prima ancora con la nostra gente, per il paesaggio che in taluni casi, non è dei migliori», afferma Mattia Gosetti, sindaco di Cibiana e presidente dell’Unione montana Val Boite. «Ma quest’anno sarebbero necessari non i tradizionali 5 tagli, bensì 10, e purtroppo non abbiamo le risorse per provvedere».

Le risorse servirebbero in particolare per assumere temporaneamente il personale necessario, visto che l’Unione montana Val Boite dispone di tre squadre di operai (due per ciascuna) che devono operare in cinque Comuni.

Ed ecco, dunque, l’erba alta lungo la ciclabile, da Cortina a Calalzo. Ma ai turisti ferragostani danno un’immagine negativa anche i prati non rasati. Un problema, questo, che si amplia dal Comelico fino a Livinallongo, ma passando pure per le altre valli, la stessa Valbelluna.

«I nostri collaboratori stanno facendo tutto il possibile», spiega il presidente Gosetti, «ma ci sono situazioni ambientali in cui i terreni non permettono di entrare con i macchinari, a causa dell’abbondante acqua che arriva praticamente ogni giorno».

Michele Nenz, vicedirettore della Coldiretti provinciale, sottolinea che per superare il problema della disponibilità di risorse, i Comuni o le Unioni montane potrebbero da una parte imporre le rasature là dove non avvengono, perché magari i proprietari sono all’estero e le aree sono eccessivamente parcellizzate; dall’altra affidare direttamente o attraverso bando lo sfalcio alle aziende agricole del territorio.

«In ogni caso», aggiunge Nenz, «se mancano collaboratori nei Comuni per questo importante servizio, c’è l’opportunità di affidarsi alle imprese agricole che ben volentieri si mettono a disposizione».

Per la Coldiretti, il problema non è solo locale, ma provinciale. «E in quest’ambito», aggiunge il dirigente dell’organizzazione agricola, «dobbiamo lanciare un allarme del tutto particolare: bisogna limitare al minimo la rasatura con la triturazione sul posto. Se ne va, infatti, la biodiversità di tutte le nostre valli».

L’intervento dei Comuni per organizzare d’imperio il taglio dell’erba là dove il privato non lo fa, viene consigliato da Coldiretti per evitare un problema che assume sempre più spesso caratteristiche giudiziarie. Si moltiplicano infatti, i contenziosi tra i proprietari di pascoli o di prati e le imprese agricole che da anni, se non da decenni, provvedono alla rasatura e alla raccolta dell’erba in base ad accordi sottoscritti con i padri o i nonni, o i parenti di chi oggi ha ereditato la titolarità del sito. «Questo accade anche in Val Boite e in centro Cadore», testimonia il vicedirettore di Coldiretti. «Se i Comuni si prendessero la responsabilità di questa particolare manutenzione del territorio, tutti i nodi verrebbero risolti, perché non ci sarebbe motivo di contenzioso con l’impresa agricola che va, invece, solo ringraziata». —



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