Pieve, zuffa al caffè TizianoImprenditrice finisce all'ospedale
Un acceso diverbio tra il gestore del Gran Caffè Tiziano e Rina Del Favero, l’imprenditrice cadorina co-titolare della Coletti SRL, azienda di componenti per occhiali, ha movimentato la notte tra venerdì e sabato nel centro di Pieve

PIEVE DI CADORE.
Un acceso diverbio tra il gestore del Gran Caffè Tiziano e Rina Del Favero, l’imprenditrice cadorina co-titolare della Coletti SRL, azienda di componenti per occhiali, ha movimentato la notte tra venerdì e sabato nel centro di Pieve, degenerando quasi in una rissa tra i due, sotto gli occhi stupiti degli avventori che stavano ballando nel locale. Molto differenti i racconti dei due protagonisti.
«Sono stata picchiata dal gestore», afferma Rina Del Favero, arrivata verso le 23,30 al Caffè Tiziano, «ero appena uscita con un mio amico dal bar Progresso e non ero ubriaca perché ero di ritorno da un funerale e quindi non avevo nemmeno lo spirito per bere. Quando sono entrata al Tiziano avevo un coniglietto da compagnia in un cestino, che ho posato sul bancone; e, dopo aver ordinato due prosecchi, che abbiamo posato anch’essi sul bancone, ci siamo messi a ballare con la musica del locale. Dopo qualche minuto, quando siamo tornati al banco per bere, siamo stati urtati dal titolare del locale che ci ha fatto rovesciare i bicchieri all’interno del bancone, provocando disordine. In risposta alle mie rimostranze, mi sono sentita colpire con uno schaffo, al quale ho reagito. Ne è nato un parapiglia, durante il quale Stefano Pompanin, il gestore, ha iniziato a spingermi per farmi uscire dal locale. Non riuscendoci, anche perché ero caduta a terra, mi ha strattonato e poi mi ha preso per i capelli, trascinandomi fuori dal lato verso la strada. Subito dopo essere caduta a terra», prosegue la Del Favero, «sono svenuta e non sono più in grado di dire cos’è successo dopo. Quando sono rinvenuta, ero già al pronto soccorso. Qui sono stata visitata e rilasciata alle 2 del mattino con prognosi di dieci giorni. Ho saputo poi che al bar erano arrivati i carabinieri e la polizia locale che hanno redatto il verbale dell’accaduto».
Completamente differente la versione di Stefano Pompanin. «Devo subito dire che la persona con la quale ho avuto il diverbio ha bisogno di darsi una calmata... In quanto al fatto dell’altra sera, tutto è incominciato quando lei ha iniziato a rovesciare e a rompere i bicchieri sul banco, spargendo i pezzi di vetro e il loro contenuto addosso ai miei dipendenti. Alle mie rimostranze, mi sono sentito arrivare un ceffone che mi ha fatto cadere gli occhiali e mi ha fatto arrabbiare. Ho cercato di farla smettere, ma tutto è stato inutile. Allora, dopo che gli inviti ad andarsene erano stati vani, per non rovinare la serata, l’ho abbracciata cercando di farla uscire. Non ci sono riuscito: ho dovuto prenderla per i capelli e trascinarla fuori».
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