Pieve: Radiologia, parte il telereferto
Il primario: «Siamo in pochi, ma il servizio sarà migliorativo»

PIEVE DI CADORE.
Tra polemiche e lettere di diffida è partito ieri alle 20 il nuovo sistema di telerefertazione degli esami radiologici all'ospedale di Pieve di Cadore. Un'operazione necessaria, di notte e nelle festività, per la carenza di radiologi. «Fino a qualche tempo fa eravamo cinque medici compreso me», precisa il primario Massimo Pellizzola, «ora siamo in tre, e con questi numeri è impensabile fare 15 giorni a testa di reperibilità. Per questo motivo abbiamo optato per la telerefertazione, avviata già due anni fa con Auronzo, da quattro mesi con Agordo e che a Trento si fa dal 1998». Il primario Pellizzola si sente di tranquillizzare cittadini e amministratori sulla bontà del sistema telematico. «Se fino a ieri il radiologo era presente dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì, il sabato fino alle 14, mentre notturni, domeniche e festivi c'era quello reperibile, adesso, la situazione sarà migliorativa, perchè la presenza del medico in ospedale sarà garantita più a lungo: fino alle 20, dal lunedì a venerdì. Nelle ore notturne e nei festivi sarà reperibile soltanto il laureato tecnico radiologo di Pieve, che effettuerà l'esame per poi inviare le immagini, tramite sistema Pacs a fibre ottiche, al radiologo reperibile a Belluno, che farà il referto. Questo sarà reinviato a Pieve al pronto soccorso. Un'operazione lunga pochi minuti». «Il provvedimento durerà per sempre, qualora venga attivata la cosiddetta "guardia attiva" a Belluno, ovvero la presenza di un radiologo fisso in ospedale anche nelle ore notturne, come succede in tutti gli ospedali provinciali del Veneto da tempo». Da ieri, quindi, il medico radiologo reperibile a Pieve non esisterà più, «ma questo non toglie che in caso di necessità siamo rintracciabili, perchè la salute dei nostri cittadini ci sta a cuore», precisa Pellizzola. «Questa procedura è già attiva ad Auronzo da due anni e da quanto ne so io non ci sono mai stati problemi fino a oggi». Non sarà possibile fare esami ecografici o con mezzo di contrasto: «Ma questo non deve turbare, perchè nel primo semestre 2010 nelle ore notturne sono stati eseguiti un solo esame con contrasto e nove ecografie. E nessuno di questi erano questioni di vita o di morte. Se poi esiste un problema ortopedico, il paziente va a Belluno come sempre, visto che a Pieve non c'è l'ortopedia». Richiama alla tranquillità anche il primario della ginecologia Carlo Cetera, che assicura che il servizio non è mai stato interrotto. «Di notte è sempre reperibile il ginecologo, mentre può capitare che il secondo medico reperibile sia un chirurgo. Ma questo non pregiudica l'esito della prestazione. Questo in attesa che a gennaio arrivino altri due ginecologi, visto che ora siamo due medici in meno. Una mancanza, questa, che va avanti da luglio e che non ha mai creato problemi». «Se qualche paziente arriva in travaglio», prosegue, «sarà responsabilità del ginecologo decidere per il trasferimento a Belluno. Ma finora c'è stato un solo trasferimento. Anzi, proprio domenica scorsa, ci è capitato un caso di una paziente alla 34ª settimana con dei problemi. Con il ginecologo reperibile e il secondo che era un chirurgo, è stata operata (anche se noi potremmo intervenire solo nella 36ª settimana) e tutto è andato bene».
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