Pietro Maso avvistato all’ospedale di Belluno
È il veronese che ha scontato 22 anni per l’omicidio dei genitori. Grazie ad alcuni contatti in provincia sarebbe alla ricerca di un’occupazione

15 APR - Pietro Maso esce dal carcere; e' libero dopo 22 anni. Pietro Maso lascia il tribunale dopo l'udienza davanti al giudice di sorveglianza per l'affidamento in prova ai servizi sociali, Milano, 23 maggio 2012. ANSA / GIUSEPPE ARESU
BELLUNO. Pietro Maso visto in città. Il 46enne veronese di San Bonifacio è stato intercettato lunedì pomeriggio, all’ospedale San Martino.
Era sicuramente lui, l’uomo che ha scontato 22 anni di prigione, perché riconosciuto colpevole del reato di duplice omicidio volontario premeditato e pluriaggravato, dopo che aveva confessato l’uccisione con tre amici dei genitori Antonio e Mariarosa Tessari la notte del 17 aprile 1991, nella casa familiare di Montecchia di Crosara.
Maso è in libertà ormai da più di quattro anni e sta cercando di rifarsi una vita, anche dopo la separazione dalla moglie. Non sarebbe per niente semplice riconoscerlo, rispetto al ragazzo che era all’epoca dei fatti di sangue, ma ha scambiato volentieri qualche chiacchiera con alcune persone mai viste in precedenza, senza nascondersi assolutamente. Ha pagato il suo conto alla giustizia umana ed è sembrato a tutti molto gentile.
Il problema fisico del quale ha sofferto è un affare esclusivamente suo e di chi l’ha avuto in cura o l’ha semplicemente visitato, ma non dev’essere niente di grave, se è vero che la sua permanenza in viale Europa sarebbe durata soltanto pochi minuti. Più interessante l’indiscrezione, secondo la quale l’uomo non sarebbe in vacanza in montagna, ma starebbe cercando un lavoro, grazie ad alcuni contatti, che ha da queste parti. Per il momento non si sa altro di fondato e non è davvero il caso di mettersi a fare dei pettegolezzi, su un caso molto delicato.
L’uomo ha già lavorato, durante la detenzione in regime di semilibertà (dall’ottobre 2008 in poi), nel carcere milanese di Opera. Nella vicina Peschiera Borromeo, è stato in un’azienda di assemblaggio computer e componentistica: usciva dal penitenziario alle 7.30 ed era atteso nella sua cella entro le 22.30.
In seguito, ha prestato servizio nell’emittente televisiva scaligera d’ispirazione cattolica Telepace, sotto la guida del direttore, don Guido Todeschini. Nel 1996, Maso aveva scritto una lettera al vescovo della diocesi di Vicenza Pietro Giacomo Nonis, dicendogli di sentirsi pentito e chiedendo il perdono a Dio. Lo stesso vescovo, che fra l’altro celebrò i funerali dei coniugi Maso è andato personalmente in carcere, per parlare con il giovane e capire i motivi del suo gesto.
Più di vent’anni dopo, ecco Pietro Maso a Belluno, dove forse non era mai stato in precedenza, ma dove conosce qualcuno che può aiutarlo a trovare un impiego e a rifarsi una vita.
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