Picchia la madre col manico della scopa

Un giovane è a processo per maltrattamenti e lesioni personali. Avrebbe minacciato la sorella con un coltello

PEDAVENA. Botte con la scopa alla mamma. Minacce con un coltello alla sorella. Uno spintone al padre fino a fargli sfondare una porta finestra. «Mi te copo» avrebbe detto ai familiari un 20enne di Pedavena, che deve rispondere di maltrattamenti e lesioni personali aggravate, perché commesse anche nei confronti di minorenni. Già sottoposto alla libertà vigilata, il giovane avrebbe agito con aggressività e violenza quasi sempre sotto l'effetto di alcolici o di sostanze stupefacenti, che gli avevano fatto passare un periodo in una comunità di Padova. Era in cura anche al Sert bellunese, ma non seguiva le indicazioni dei medici; questo è quanto è uscito dalle ultime testimonianze.

Drammatica quella della madre, che peraltro ha cercato di proteggerlo, rischiando a sua volta un’imputazione per calunnia, a proposito dell’episodio del coltello. Era la sera del 7 agosto 2013: aveva preparato una pentola di minestrone, che essendo estate non era di gradimento dell’imputato. Il giovane prende una scopa e la colpisce con il manico di ferro a una mano e a una gamba, provocandole delle ecchimosi. Il padre, al momento, non c’è, ma sarà lui a chiamare i carabinieri.

I militari arrivano nel cortile della casa e vedono il ragazzo in preda a una crisi isterica: inveisce contro tutti e distribuisce insulti. Lo bloccano e fanno intervenire l’ambulanza, per il ricovero in ospedale, ma non c’è posto nel reparto di Psichiatria. Questo lo racconta il brigadiere dei carabinieri in servizio quella sera.

Tornando alla madre, è contraddittoria nell’episodio del coltello contro la sorella, a tavola, si diceva. Nel senso che, dopo averlo dichiarato ai carabinieri, cerca di smentirlo, dicendo che sarebbe stato il marito a farglielo dire; di fronte all’avvertimento del giudice, finisce per confermare il fatto. Il coniuge ha paura ancora adesso di questo figlio così problematico. Eppure è l’unico che riesce a contenerlo, al di là di calci e pugni e dell’episodio in cui viene spinto con una tale forza da finire contro la portafinestra del terrazzo, frantumando il vetro e rischiando di farsi male. Non c’è quasi bisogno che confermi l’episodio della minaccia con l’arma da taglio, perché ormai è data per assodata.

Assenti i due fratelli dell’imputato, che hanno preferito la scuola: sono stati sanzionati con 50 euro a testa e saranno in tribunale con i carabinieri nell’udienza del 20 novembre. Per allora, anche la ragazza sarà maggiorenne. Quanto a S.V., proprio ieri stava aspettando la chiamata per un lavoro in Cansiglio, nel frattempo vive ancora con i genitori.

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