Piave Maitex, scioperano i 109 dipendenti
FELTRE. Clima da alta tensione alla Piave Maitex di Feltre guidata dal presidente di Confindustria, Luca Barbini. L’azienda, che produce tessuti per biancheria intima e ha una sede anche in provincia di Treviso, ha deciso in maniera unilaterale, ancora l’estate scorsa, di disdire tutti gli accordi di contrattazione integrativa in essere.
Una presa di posizione che ha lasciato di stucco i 109 lavoratori e i sindacati che, dopo aver atteso che la vicenda potesse chiarirsi, hanno deciso di dare un segnale di protesta molto forte, indicendo per lunedì otto ore di sciopero per turno.
«Siamo preoccupati per come sta andando la fabbrica, l’unica grossa azienda del settore tessile rimasta in questa provincia dopo la crisi economica del 2008», dicono Denise Casanova della Filctem Cgil e Milena Cesca della Femca Cisl. Il motivo per cui è stata presa la decisione viene spiegato da Casanova. «La motivazione ufficiale è quella di togliere una parte dei benefici economici che in questi anni le rappresentanze sindacali unitarie hanno ottenuto, modificando anche tutta la parte normativa della contrattazione di secondo livello che attiene a questo punto».
Ma sotto c’è dell’altro, a detta delle parti sociali. «Crediamo», precisano le sindacaliste, «che sia un pretesto per cancellare 40 anni di storia di diritti conquistati. E ci suona anche strano che questa decisione arrivi proprio nell’azienda del presidente degli Industriali. Qui pian piano si vogliono erodere i diritti dei lavoratori e questo ci preoccupa non poco. Per questo abbiamo deciso di dare un segnale forte».
Ma il problema particolare della Piave Maitex rientra in un problema ben più generale e nazionale che riguarda il mancato rinnovo del contratto nazionale del comparto tessile. «A livello economico chiediamo un aumento di 100 euro lordi in tre anni. Una proposta a nostro avviso equa e consona», precisa Casanova, «anche in base alla situazione deflattiva in cui si trova l’Italia. Ma le imprese hanno rigettato le richieste sindacali annunciando che non daranno niente da qui ai prossimi due anni e che se qualcosa concederanno sarà al terzo anno, previa una verifica della situazione economica generale. Inoltre, le associazioni di categoria hanno chiesto la riduzione del periodo di comporto cioè quel periodo che intercorre tra una malattia del lavoratore e il suo licenziamento. Ad oggi è di 13 mesi. Inoltre gli industriali vogliono tagliare anche il periodo di ferie degli impiegati, rinunciando a mettere in campo una modifica migliorativa e più moderna dell’inquadramento per queste figure». Questi i motivi che si aggiungono a quelli specifici che stanno attanagliando la Piave Maitex e per cui i sindacati vogliono far sentire la loro contrarietà.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi