Piave Maitex, cassa a settimane alterne
Si prolunga il calo di ordinativi A casa i precari. Le rsu: resistere

FELTRE.
La crisi conclamata non concede tregua alle aziende del Feltrino. Nuove nubi si addensano sul futuro della Piave Maitex, lo stabilimento che da lunedì è entrato in una nuova fase critica. L’azienda ha infatti attivato la cassa integrazione ordinaria, ammortizzatore che sarà utilizzato a settimane alterne. Da qui e per tutto il mese di marzo, i lavoratori alterneranno una settimana di cassa a una settimana di lavoro. A casa, quattro precari.
Nel primo caso sarà comunque garantito un presidio di una ventina di dipendenti, pronti a produrre e “stoccare” eventuali ordinativi dell’ultima ora.
Cassa lunga.
«Questo meccanismo», spiega Diego Pauletti delle rsu di fabbrica, «garantisce la possibilità di prorogare la cassa integrazione ordinaria per un lungo periodo». In pratica “spezzando” la cassa, la disponibilità di ore si dilata. Se da qualche anno a questa parte, l’inizio stagione è sempre stato duro, nel 2009 la situazione non rientrerà tanto facilmente. Alla concorrenza dalla Cina si è infatti aggiunto il crollo generalizzato degli ordinativi provenienti dagli altri mercati. «Per questo dobbiamo spingere il più avanti possibile. Penso che per noi sarà l’anno più difficile», aggiunge Pauletti.
Precari a casa.
I primi a risentire della crisi sono - come al solito - i lavoratori precari. Sono quattro i contratti a tempo determinato che non saranno rinnovati da qui alla fine di marzo. «Uno», afferma Pauletti, «è già scaduto a fine febbraio». Le trattative sindacali non hanno raggiunto l’obiettivo: «Avevamo proposto una proroga dei contratti, ma non è stato possibile ottenerla. Si tratta di lavoratori che erano subentrati a ex dipendenti andati in pensione».
Una settimana così.
Gli operai e i dipendenti amministrativi interessati dal nuovo corso sono 163. «In condizioni normali non avremmo mai accettato simili condizioni», ammette il sindacalista, «ma stavolta non avevamo alternative».
In pratica, mentre questa settimana la fabbrica è presidiata da venti-venticinque dipendenti - per far fronte a eventuali richieste - nella prossima ritornerà nello stabilimento l’intera forza-lavoro. Gli operai (sia nel settore produttivo che in magazzino) si stanno alternando con turni giornalieri.
Dalle rsu arriva anche un appello a non farsi travolgere dal pessimismo: «La dirigenza non vuole mollare e noi siamo fiduciosi». La Piave Maitex è reduce da un altro mese di cassa, procedura che ha coinvolto 135 dei 163 dipendenti.
«Provincia aiutaci».
E’ in attesa di una risposta - o per lo meno di un segnale d’attenzione - il documento predisposto a fine 2008 sulla salvaguardia del settore tessile e siglato unitariamente dalle rsu di fabbrica e dai vertici della Piave Maitex. Lo scritto chiede precise misure per fronteggiare la concorrenza sleale, soprattutto quella della Cina. «Aspettiamo un cenno da parte della Provincia», afferma Pauletti, che nei giorni scorsi ha contattato l’assessore alle politiche sociali e del lavoro Daniela Larese Filon. Un primo appoggio è arrivato dai parlamentari bellunesi di entrambi gli schieramenti, ma la strada per arrivare al traguardo è ancora tutta in salita.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video