Piave, alveo pieno di detriti: svuotatelo

È la richiesta del comitato di Borgo Piave che ha sollecitato un intervento soprattutto sulla sponda destra che si è alzata

BELLUNO. L'alveo del Piave è cresciuto di almeno un metro e mezzo negli ultimi tempi per il deposito di materiale trasportato dall'acqua. La sponda destra è talmente invasa di tronchi, arbusti, cespugli, piante e fango che si è quasi ostruito il tombotto che permette all'acqua, in caso di eventi eccezionali, di defluire verso il fiume.

Un evento eccezionale è stato quello dell'11 novembre. Le piogge intense hanno allagato la piazzetta sorta nel complesso delle ex concerie Colle, e l'acqua è entrata negli scantinati, nei garage e nel vano dell'ascensore. Per evitare che un disagio simile ricapiti, il comitato di Borgo Piave ha sollecitato l'amministrazione comunale, e alla fine di dicembre c'è stato un tavolo tecnico organizzato dall'assessore Salti e al quale hanno partecipato il Genio Civile, il servizio forestale regionale, la società Borgo Piave srl, Bim Gsp, il Comitato di Borgo Piave e l'ingegner Boranga, che ha prodotto una relazione sullo stato del Piave.

In pratica l'accumulo di materiale, specie sulla sponda destra, ha causato un innalzamento dell'alveo, con conseguente ostruzione degli scarichi delle tombinature stradali e dei pluviali dei fabbricati e della vecchia roggia che funge da scarico di emergenza della fognatura. È lo stesso Boranga a segnalare la necessità di un intervento di manutenzione importante, per rimuovere tronchi, arbusti, cespugli e piante e drenare da fango, limo e ghiaia nell'area sotto l'argine. Quest'operazione consentirebbe anche di liberare gli scarichi. Durante la riunione sono emerse altre due soluzioni: la realizzazione di un “cavalier d'argine”, che scavalcherebbe la piazzetta delle ex concerie portando l'acqua direttamente nel Piave, e l'installazione di una valvola nello scarico, per evitare i reflussi. Il primo intervento dovrebbe farlo il Comune, non prima del 2014. L'altro il Genio Civile, forse già quest'anno. «Ma c'è un problema: ci hanno detto che non ci sono i soldi per farli», spiega Gabriele Noro, del comitato di Borgo Piave. Preoccupato, come tutti gli abitanti della zona, che un nuovo evento a carattere eccezionale, come quello dell'11 novembre, porti nuovi allagamenti.

«Sappiamo che eventi come quello saranno sempre più frequenti», continua Noro. «Sottolineiamo l'impegno del Comune nel convocare la riunione, ma pensiamo anche che sia necessario intervenire sul Piave. Per lo meno facendo una manutenzione dell'alveo, che ne abbassi il livello». Sono passati due anni dalla grande operazione della protezione civile. È tempo di organizzarne un'altra.

Alessia Forzin

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