Pesce decimato nel Corlo duro colpo anche al turismo

Aver perso tra l’80 e il 90 per cento dei pesci nel lago del Corlo e nel torrente Cismon a causa della tempesta Vaia non è stato solo un duro colpo per il Bacino di pesca numero 12, ma anche per la comunità arsedese e il turismo che ruota attorno alle sue acque, considerando quanto le attività ricettive vengono riempite dai pescatori. Sono stati avviati piani di sostengo per il ripopolamento delle acque, ma ci vorranno tre o quattro anni per ricostruire la fauna ittica.
Lo dice il presidente del Bacino “Lago di Corlo e Cismon” Enzo Querincig, che ha fatto il punto della situazione all’assemblea dei soci. «La stagione 2019 è stata sotto tono, anche volutamente perché meno pressione di pesca c’è e più la fauna ittica si riprende in fretta. Attraverso delle regole mirate, abbiamo fatto in modo che il prelievo di pesce fosse al minimo. Va bene da un punto di vista ecologico, però dispiace perché meno persone sono venute al lago a pescare».
Querincig ricorda che «nel Corlo e nel torrente Cismon transitano 15 mila pescatori all’anno, e oltre 100 mila in tutta la provincia di Belluno. Questo ha un valore economico-turistico». Vaia ha provocato un contraccolpo, per cui nel 2019 è stato venduto un quarto dei permessi rispetto a prima: «Ne abbiamo rilasciati fra i 300 e i 350, mentre in precedenza si arrivava a più di 1200 all’anno».
I DANNI
È stata fatta una perizia, che ha quantificato una perdita tra l’80 e il 90 per cento del pesce, «per una cifra complessiva di 219 mila euro, di cui 35 mila per il torrente Cismon e oltre 180 mila per il lago», commenta il presidente del Bacino 12. «Quella cifra servirebbe ad effettuare delle semine mirate per i prossimi quattro anni, sotto un controllo tecnico affinché il lago si riprenda, aiutando la natura a rifarsi. Speriamo che arrivino i soldi stanziati dallo Stato anche per la fauna ittica a causa della tempesta Vaia. Il Corlo ha tante specie: luccio, scardola, persico, tinca, carpa, e tutte hanno sofferto (l’ondata di piena ha spinto nel lago il limo, che ha procurato il soffocamento di moltissimi pesci). La perizia è stata paragonata allo studio commissionato nel 2017, per cui avevamo un parametro di riscontro. Sappiamo cosa avevamo».
RESTRIZIONI PER LA PESCA
Nel 2019 il torrente Cismon era a zero prelievo, cioè i pescatori dovevano rilasciare tutto il pesce, «e così sarà anche quest’anno», dice Querincig. Quanto al Corlo, «abbiamo aumentato la quota di persici trattenibili, portandola da 100 a 250 pezzi all’anno», spiega il presidente del Bacino 12. «Però il luccio è a zero prelievo, così come la marmorata e il suo ibrido, la carpa e l’arborella».
IL LUCCIO
Prima della tempesta Vaia, il Corlo era uno dei laghi privilegiati per la pesca al luccio a livello europeo. «Il colpo è stato molto duro», racconta Enzo Querincig. La Regione ha emanato una legge per cui questi pesci non si possono più trattenere (si può pescarli, ma devono essere rilasciati), ma «noi avevamo questo divieto già da tre anni, quindi non cambia nulla».
TESSERAMENTO
«C’è stato un ottimo riscontro da parte dei soci», commenta il presidente. «L’anno scorso oltre cento persone si sono riassociate solo per dare un contributo economico all’associazione e hanno restituito immediatamente il libretto, senza andare mai a pesca proprio per una questione di rispetto all’ambiente». Da un paio d’anni il Bacino 12 ha optato per il numero chiuso di soci, fissato a 450, per non avere un’eccessiva pressione di pesca. –
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