Pericolosa la strada che sale al santuario Serve il guard-rail

Per posizionare i micropali necessari per consolidare la rocca sono stati abbattuti gli alberi a lato carreggiata

FELTRE. Non c'è pace per la rocca di San Vittore. Concluso l'intervento di stabilizzazione del versante a valle della via di accesso alla basilica, senza più gli alberi a bordo strada che sono stati taglianti per posizionare i tiranti di profondità e i micropali verticali, si è generata una piccola condizione di pericolo perché resta la banchina non protetta. Serve installare il guard rail, che però non era pertinente con il finanziamento per il consolidamento del pendio. Nel frattempo è stata posizionata la segnaletica per avvertire gli automobilisti della pericolosità della strada di accesso al santuario. «Metteremo i delineatori di margine in plastica», dice l'assessore ai lavori pubblici Adis Zatta, «però bisognerà provvedere con fondi propri di bilancio a mettere un guard rail». In questi anni si è lavorato a più riprese sulla rocca di San Vittore, secondo criteri di priorità e urgenza nell'ambito dei fondi disponibili. Ma non è ancora fuori pericolo la parte sud est, dove rimangono da realizzare ulteriori opere per evitare il progressivo avanzamento delle condizioni di degrado del versante che per la sua natura geologica è in continua evoluzione. «La sfida adesso», dice Zatta, «è andare in cerca di altri finanziamenti per continuare i lavori».

Intanto, la buona notizia è la conclusione dell'operazione salvataggio della parte ovest della rupe, in una zona ad elevato rischio, dove si sviluppa il percorso tortuoso che conduce alla basilica. Si parla della realizzazione di alcune barriere paramassi deformabili ai piedi della rupe, della pulizia e disgaggio di alcune zone del fronte roccioso particolarmente ammalorate e la stabilizzazione sommitale del versante a valle della strada. Quest'ultimo intervento è il più rilevante ed è stato seguito utilizzando un sistema di stabilizzazione “a bordo lineare” attraverso un'opera di consolidamento composta da micropali verticali e tiranti di profondità collegati in sommità da un cordolo in calcestruzzo armato opportunamente occultato. Si tratta delle opere autorizzate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del mare realizzabili con le economie derivanti dall'esecuzione dei precedenti due interventi attuati con il contributo di 1 milione 300 mila euro assegnato nell'ambito del primo piano annuale per la mitigazione del rischio idrogeologico del 2006.

In più, erano rimaste piccole economie sul ribasso d'asta del progetto originario (sull'ordine di 20-30 mila euro) che l'amministrazione ha cercato di capire se si potessero utilizzare, senza molte speranze: «Non è previsto nelle autorizzazioni fatte a suo tempo dal Ministero», spiega l'assessore ai lavori pubblici. «Comunque rendiconteremo tutto e faremo presente che ci sono ancora dei disgaggi e altre piccole cose da fare».(sco)

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