Peraltrestrade contro l’A27 verso l’Austria

PIEVE DI CADORE. Proviamo ad immaginare che cosa succederebbe se Autostrade – o chi altro - decidesse di proseguire l’A27 da Pian di Vedoia. «Sulla base degli ultimi studi, per la sola tratta Pian di Vedoia - Pian de l’Abate, alle porte di Pieve di Cadore, la costruzione dell’infrastruttura comporterebbe l’installazione ben 17 cantieri di base o operativi, 8 milioni di metri cubi di materiali provenienti dallo scavo delle gallerie da stoccare in aree apposite in attesa di lavorazione e parziale reimpiego, all’incirca 270.000 viaggi di pellicani a 20 km/ora su e giù per la valle del Piave per almeno un lustro, ai quali andrebbero aggiunti i movimenti di uomini e di materiali».
A ricordarlo è il movimento Peraltrestrade ribadendo il suo no rotondo al proseguimento dell’autostrada e, quindi, alla realizzazione del corridoio tecnologico. Si tratta di un progetto portato avanti dall’europarlamentare Remo Sernagiotto, del gruppo Conservatori e riformisti, con il sostegno del comitato Vivaio Dolomiti. Ed è proprio a questa realtà che si rivolge polemicamente Peraltrestrade. «In presenza di questi dati, di cui Vivaio non può non essere a conoscenza, e della Convenzione delle Alpi che impedisce ogni nuovo attraversamento autostradale della catena alpina, da poco ratificata e già rimessa in discussione, c’è da chiedersi come sia possibile che il comitato bellunese, nato per opporsi all’impatto di un ipotetico mega-elettrodotto, continui a parlare del corridoio autostradale come di un’infrastruttura “ecologica” ad impatto zero. C’è qualcosa che ci sfugge».
Sernagiotto punta ad allungare l’autostrada verso l’Austria e la Germania, fino a Monaco, cogliendo l’opportunità delle nuove direttrici infrastrutturali europee, lungo le quali far scorrere anche tutta una serie di altri servizi, tecnologici in particolare. «Ma il comitato Vivavio Dolomiti, con alla testa Gianni Pastella, che obiettivo reale ha? Davvero pensa - chiede il gruppo Peraltrestrade - che un mirabolante “corridoio tecnologico” autostradale, su piloni altrettanto alti dei tralicci dell’alta tensione, sarebbe meno impattante degli stessi tralicci che sta tanto avversando, e potrebbe costituire la soluzione di tutti i problemi del Bellunese? Si rende conto Vivaio che sta facendo da spalla a chi sta rilanciando, minimizzandola, la costruzione di decine di piloni in cemento armato a sostegno di un’infrastruttura di 25m di larghezza più servitù, progettata per 10-13 milioni di veicoli l’anno, che si snoderebbe in una sequenza continua di viadotti, terrapieni e gallerie lungo la stretta valle del Piave e il Cadore centrale, per poi inoltrarsi nel verde Comelico, perforare la cresta di confine, sbucare nella bucolica Lesachtal e dirigersi infine verso la grande viabilità Mitteleuropea?».
Per il movimento cadorino la costruzione di autostrade non arresta lo spopolamento e non porti beneficio alle aree marginali è un dato di fatto.
Francesco Dal Mas
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