«Per noi delle croci il vaccino è un punto d’onore»

Seconda dose per i volontari, a Belluno da tutta la provincia. Due No Vax alla Cri di Feltre

BELLUNO Seconda dose bagnata. Prosegue la campagna vaccinale a Belluno, con la somministrazione della seconda dose, assicurata a tutti coloro a cui è già stata fatta la prima. Si tratta sempre di personale che lavora nell’ambito della sanità, operatori, volontari, dipendenti di vario genere. Fin dalle nove di ieri mattina, sotto una pioggia insistente, i vari interessati hanno affollato i due punti vaccinali: uno vicino all’ex ostetricia e l’altro, poco distante, nei pressi dell’asilo “Martino”.

La modalità è il drive in. C’è chi giunge solo con la propria auto e chi arriva accompagnato. Dopo la somministrazione un precauzionale attendere nei parcheggi vicini, nel caso il vaccino desse qualche reazione strana, dopodiché il rientro a casa.

L'importanza di vaccinarsi negli appelli di Croce Rossa Feltre e Croce Verde Val Biois


Tra i primi a procedere con la seconda iniezione ci sono i volontari della Croce Verde Val Biois, che opera nella zona di Falcade. La vice-presidente della Croce Verde Maria Grazia Scardanzan, volontaria dal 1982, ribadisce l’importanza della vaccinazione: «E’ una cosa fondamentale per la propria famiglia e per le persone che andiamo ad incontrare. Per me è indispensabile vaccinarsi ed è anche un punto d’onore. Con la somministrazione non ho avuto alcun problema e non mi sono accorta quando mi hanno fatto l’iniezione. Quindi chi può farlo, si vaccini. Ovvio che, una volta vaccinati, bisogna mantenere le precauzioni dovute, adottando le mascherine e tutte le procedure d’igienizzazione».

Tra loro c’è la volontaria Isabel Ganz che racconta il suo servizio in questo periodo di pandemia: «Che sappia io, in questo periodo di pandemia, non mi è mai capitato di operare con pazienti affetti da Covid. Comunque è capitato ad altre persone dell’associazione che hanno dovuto procedere con la prassi per appurare che non fossero stati contagiati. Come volontari, si vive con un po’ di timore, ma con la consapevolezza che si sta facendo qualcosa di importante per la propria comunità e questo è più forte della paura». Paolo Piccolin, oltre ad essere impegnato nella Croce Verde fa parte anche del gruppo di protezione civile “Caviola – Cime D’Auta”. Anch’egli ammonisce: «Come volontari siamo in contatto con i vari ammalati, che fra l’altro non possono avere contatti con i famigliari. Essendo attivo con la protezione civile a marzo, devo dire che molte persone erano molto spaventate, come ad esempio gli anziani soli, e noi abbiamo dato loro supporto. Quindi io credo che se è possibile sia giusto vaccinarsi, dando anche fiducia a chi ha lavorato tanto per ottenere un vaccino».

Tra coloro che sono in coda ci sono i vertici della Croce Rossa di Feltre. Tra i loro volontari c’è anche chi non ritiene di vaccinarsi ed a tal proposito il presidente Andrea Zabot dichiara: «Abbiamo un paio di casi no vax nel nostro comitato. Questa situazione non crea contrasto, però queste persone devono essere sospese dal servizio ambulanza». Zabot quindi ammonisce: «A chi non vuole vaccinarsi mi sento dire che dovrebbero farlo, non solo per sé stessi, ma anche per gli altri, visto che una persona non vaccinata è un rischio per tutti. Tra i nostri volontari che si sono vaccinati, nessuno ha avuto problemi, quindi credo sia una cosa sicura».

Poi c’è anche chi si è presentato per la prima dose. E’ il caso di Ghenadie Chetraru, manutentore multizonale moldavo all’interno dell’azienda sanitaria, che racconta: «E’ fondamentale vaccinarsi. Questa pandemia ha cambiato tutto, io penso che, nonostante una serie di aspetti negativi, sia stata una buona lezione per tutti e ci impone di essere più responsabili nel rispetto delle regole». Ivano Pallua, responsabile del controllo dei dispositivi dei mezzi della Croce Bianca di Selva di Cadore, racconta la situazione nella propria zona di competenza: «Per quanto riguarda la nostra zona, va detto che ci troviamo in alta quota, arriva qualche turista ma finora non è andata male. Da quando è arrivata la pandemia facciamo meno soccorsi perché la gente ha paura di andare in ospedale, inoltre ci sono gli impianti sciistici e gli alberghi chiusi. Ritengo che il vaccino dia delle opportunità, perché non si sa mai in che forma possa colpire il Covid».

Tra i vacinandi ci sono persone che di prima mattina hanno macinato un po’ di chilometri. Come la signora Rosanna Alverà, impiegata dell’ufficio igiene nella sede distrettuale di Cortina, la quale dichiara: «Nel cortinese la situazione si sta evolvendo positivamente. I mondiali sono a porte chiuse e viene fatto il tampone a tutti ogni tre giorni, alle squadre, ai volontari ed a tutti quelli impegnati nell’evento, quindi l’evento non può rappresentare un pericolo». —

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