Per i pasti in ospedale c’è il ricorso al Tar della ditta eliminata

FELTRE. La nuova cucina per l'ospedale del futuro passa per le aule del tribunale amministrativo regionale. Come previsto, si è rivolta ai giudici la ditta Dussmann di Milano, esclusa dalla procedura di gara per la fornitura dei pasti a degenti e dipendenti del Santa Maria del Prato per irregolarità riscontrate dalla responsabile del procedimento dell'Usl 2. L'udienza è fissata per il 13 settembre. La Dussmann - che per la fornitura dei pasti si sarebbe avvalsa, del centro di cottura dell'Ipab Opere Pie di Onigo - chiede l'annullamento della delibera del direttore generale dell'Usl 2, risalente ai primi di luglio, con la quale è stata disposta la sua esclusione dal procedimento di gara. In alternativa, la Dussmann propone il risarcimento del danno subito, o in termini finanziari o in termini di riammissione alla gara.
Il contenzioso, sfociato ora nel ricorso al tribunale amministrativo, si è aperto quando la responsabile del procedimento dell'Usl 2, facendo le verifiche di rito al casellario giudiziale in procura della Repubblica di Belluno, ha accertato che l'allora legale rappresentante dell'impresa ausiliaria di Dussmann, quello cioè che faceva capo alle Opere Pie, non aveva dichiarato di aver subito condanne penali. A nulla è valsa la produzione di documenti, compreso il provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Treviso che attestavano l'estinzione di un reato fiscale, commesso dieci anni prima e finito ormai nel dimenticatoio dei debiti con la giustizia. Ma la Dussmann non se l'è incartata. Anzi porterà le sue ragioni al confronto nella sede del Tar. «Non è il primo né l'ultimo ricorso che siamo costretti ad affrontare», spiega il direttore generale dell'Usl 2 Bortolo Simoni. «Non è nelle nostre intenzioni escludere le ditte concorrenti, ma c'è tutta una procedura di verifica e controllo prevista dal codice appalti, di cui si occupa il nostro dirigente. Se si riscontrano irregolarità, come nel caso specifico, scatta l'esclusione dalla gara. Per noi è ininfluente che l'appalto se lo addiudichi l'uno o l'altro colosso della ristorazione, siano essi la Serenissima o la Dussmann. Valgono il capitolato di gara e il ribasso d'asta. Per un importo di sei o settecentomila euro, noi affidiamo con contratto di nove anni la gestione della cucina e della ristorazione. Questo significa che chi si aggiudicherà l'appalto dovrà accollarsi i lavori di adeguamento della cucina, oltre all'obbligo di assorbire il personale in capo al servizio». La cucina resterà infatti chiusa per diciotto mesi, quando sarà avviato l'intervento per l'adeguamento strutturale e tecnologico. Ma degenti e dipendenti continueranno a ricevere vassoio, posate e pasti caldi e i lavori in corso non influiranno né sul servizio né sulle aspettative, promette il dg Simoni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi