Patteggiano due gestori del Cristallino
CORTINA. Hanno patteggiato Giovanni Battista Piras, 50 anni, e Antonio Francesco Turis, 54 anni, entrambi di Arzachena, in Sardegna, gestori del disco-pub “Cristallino Clipper” di Cortina, coinvolti, nel maggio scorso, nell'operazione dei carabinieri denominata «White Powder» che ha portato all'arresto di sette persone ed alla denuncia di altre 28.
Piras (assistito dall’avvocato Francesco Esposito) ha patteggiato la pena di sei mesi di reclusione e 3.000 euro di multa (pena sospesa) solo per un’accusa ossia la cessione di modiche quantità di cocaina. È caduto, invece, il capo d’imputazione più grave: l’aver consentito che il bar venisse adibito a luogo di convegno di persone dedite all’uso di droga.
Turis ha invece patteggiato un anno e 11 mesi di reclusione per entrambi i capi d’accusa contestati dalla procura della Repubblica: sia la cessione di modiche quantità che la tolleranza all’interno del locale. «Il mio cliente - precisa l’avvocato Guido Datome di Olbia - ha voluto chiudere con un patteggiamento la sua vicenda giudiziaria: il suo desiderio era quello di mettere una pietra sopra questa vicenda e voltare pagina».
Massimo Verona, 43 anni di Arzachenma, il terzo gestore del disco-pub cortinese ha intenzione invece di difendersi dalle accuse che la procura bellunese gli contesta. «Il mio assistito intende difendersi - spiega l’avvocato Angelo Merlini di Olbia - dalle accuse che gli vengono contestate: si tratterà soltanto di decidere se imboccare la strada del processo ordinario o accedere ad un rito alternativo come per esempio il giudizio abbreviato».
Sono già usciti dalla scena giudiziaria l’albanese Ermir Islami detto “Miri” di 27 anni e la sua ex compagna Laura Nieddu, classe 1976 di Borca di Cadore (difesa dall'avvocato Alessandro Azara) con un patteggiamento a due anni di reclusione per entrambi. Nell’operazione “White Powder” furono coinvolti anche Michele Ghedina detto Ghedo, e Massimiliano Flore detto Max, ex titolare del locale Open Space.
La lunga indagine sul giro di droga, in particolare cocaina, partì nel febbraio 2011 e coinvolse 28 militari dell'Arma che eseguirono complessivamente 109 servizi esterni di osservazione, controllo e pedinamento e 34 perquisizioni di locali e persone. Nel corso dell'inchiesta i carabinieri riuscirono a posizionare alcune microtelecamere nell'ufficio del proprietario del Cristallino che immortalarono le cessioni all’interno del locale.
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