Pat di Falcade, la Confedilizia mette nero su bianco le regole per la salvaguardia e lo sviluppo

Emilio Cagnati chiede in primis di recuperare le strutture esistenti e di non alienare proprietà comunali per attività edificatoria
Emilio Cagnati e una veduta della splendida piana di Falcade
Emilio Cagnati e una veduta della splendida piana di Falcade
 
FALCADE.
Recuperare le strutture esistenti, non alienare a terzi proprietà comunali per attività edificatoria, tutelare la Piana, valorizzare la pista da fondo e il centro storico, puntare su nuove forme di turismo. Sono le ricette che Emilio Cagnati, rappresentante agordino della Confedilizia provinciale ed ex direttore dell'Azienda di promozione turistica dell'Agordino, ha consigliato all'amministrazione comunale di Falcade che si appresta a varare il nuovo piano di assetto del territorio (Pat).  Secondo Cagnati, il documento che il Comune ha portato in discussione nei vari incontri con la popolazione appare ispirato ad un sano riordino e sviluppo del territorio nei suoi aspetti più importanti; tuttavia ci tiene a sottolineare alcuni punti che ritiene fondamentali per il futuro di Falcade.  «Per quanto concerne le strutture alberghiere», dice Cagnati, «recuperiamo l'esistente ed eventuali nuove strutture prevedano il vincolo della non frazionalità catastale. Ciò per evitare che, nel futuro, l'albergo possa cambiare destinazione d'uso e diventare in un batter d'occhio un bel condominio».  Anche sul tema "seconde case", Cagnati sembra avere le idee molto chiare.  «Oggi», spiega, «siamo di fronte a una situazione di interi edifici chiusi per molti mesi all'anno, purtroppo anche nelle stagioni di maggiore afflusso turistico; chiusure che impediscono di creare quell' "effetto paese" che risulta fondamentale soprattutto nella nostra zona montana. Ed è per questo che occorre evitare l'ulteriore utilizzo del territorio e puntare invece a favorire il recupero degli edifici esistenti».  Qualora si scegliesse di edificare, per il rappresentante della Confedilizia, le priorità non sarebbero le strutture private, bensì le sociali.  «In particolare», sostiene, «considerata la situazione demografica del paese, sarebbe utile riservare uno spazio ad un'eventuale casa di soggiorno per persone anziane».  Nel ricettario di Cagnati non potevano mancare gli accenni alla Piana, «che sarà opportuno conservare inviolata per le future generazioni», e alla pista da fondo, «che è da potenziare e da valorizzare, magari prolungando e omologando il tracciato per gare di rilievo nazionale e internazionale».  Infine una riflessione sul centro storico e sulle forme di turismo. «Ci dovrà essere una volenterosa ed energica valorizzazione del centro storico esistente, affiancata ad un armonioso recupero del patrimonio abitativo; e ci si aspetta una fattiva collaborazione dell'Amministrazione affinché tale processo trovi agevolazioni e contributi a favore dei privati residenti». E chiude: «Dovremo dare spazio a forme più innovative di turismo, realizzando apposite aree-camper e percorsi attrezzati estivi e invernali (a piedi e per ciaspe) rinnovando le ormai fatiscenti attrezzature pubbliche (aree pic-nic e panchine) favorendo le eventuali iniziative dei privati».

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