Pastori alla riscossa: «Vandali sono altri»

Lentiai. Accusati di devastare zone vietate al pascolo attaccano quelli che hanno ridotto a discarica le rive del Rimonta

LENTIAI. I pastori contro gli eco-vandali. Mentre condanna il gregge e il suo padrone, che hanno devastato il parco dei laghetti del Rimonta, nel Comune di Mel, Pietro Tres invita gli ambientalisti del Gruppo Natura a dare un'occhiata anche sulla riva sinistra del torrente. Quella al di là del ponte, nel territorio di Lentiai. Pecore e capre sono più educate dei paesani, che hanno ridotto l'argine a una discarica indifferenziata. C'è di tutto: dai cumuli di profilattici per ogni esigenza e più o meno biodegradabili a interi tetti di case scaricati dai rimorchi dei trattori. Nella zona, corre un tratto dell'anello ciclabile del Piave e gli appassionati di mtb diventano per forza slalomisti.

Tres è tornato a Lentiai dalla Svizzera, cantone Glarona. Faceva il restauratore nelle chiese e la sua vita è cambiata, dopo che ha aperto un'azienda agricola, con la moglie polacca Krystyna Pasternak. Solo l'accento è rimasto lo stesso: parla un dialetto incomprensibile. Una parte dei prodotti di famiglia è merito del latte del suo gregge. «Non potevo essere io il responsabile di quello che è successo al parco, anche se la Forestale è venuta a parlarmi, dopo la denuncia di Orfeo Dal Piva del Gruppo Natura Lentiai. Sapevamo che la responsabilità era dei trentini della Valsugana, che non solo hanno numeri superiori ai nostri, ma non possono pascolare dalle loro parti per la presenza delle mele e così cercano nuovi spazi. Hanno greggi enormi e lo credo che possano provocare dei danni».

Centocinquanta i capi del suo gregge: 120 le pecore e 30 le capre disciplinate da un paio di carismatici cani. Ovini che fanno più pulizia che danni: «Vorrei che gli ambientalisti venissero a vedere cosa c'è sulla sponda sinistra, invece di preoccuparsi solo del versante zumellese, per quanto importante. La situazione è molto grave e arriva fino a Cesana beach, alla confluenza con il Piave. Vengo qui a pascolare e abbeverare i miei ovini e i pericoli sono parecchi: lamiere, tegole e altro. Verrebbe da dire meno male che ce ne sono di vecchia data e la natura ha ripreso il sopravvento, ma tutti questi cumuli nascondono rifiuti. Ci sono interi tetti di case, che qualcuno ha portato qui con il trattore e scaricato, ma sembra quasi che di questa area demaniale non interessi niente a nessuno».

A Lentiai, i pastori sono cinque per 10 mila capi, belato più belato meno. Tutti d'accordo? «La pensiamo alla stessa maniera ed è inevitabile», conclude Tres, «cerchiamo di lavorare al meglio e non condividiamo il comportamento di qualcuno che arriva da fuori e non rispetta le regole, pur avendo parecchi privilegi, rispetto a noi. Allo stesso tempo, vorremmo ripulire questa indecenza».

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