Parcheggio selvaggio ma niente multe

FELTRE. “Ben guarda, io la metto qua”. E l’automobilista che, con il congiunto malato in auto, ha avuto l’autorizzazione a entrare oltre le sbarre dell’accesso sud in ospedale, non trovando posto regolamentato subito, molto spesso non osserva i minimi criteri di buonsenso. Che direbbero: faccio scendere il malato, lo accompagno all’interno, riprendo l’auto e cerco con pazienza un posto, anche a costo di farmi duecento metri a piedi.
Invece no: c’è chi sormonta le aiuole, chi sfiora di poco il cartello di divieto di sosta, chi occupa per oltre mezza carreggiata le strade della viabilità interna ospedaliera. E nulla si può fare. Nessuna sanzione perché i gli agenti della polizia locale si occupano per convenzione da due anni della pertinenza esterna, nonostante il direttore generale Adriano Rasi Caldogno avesse chiesto di poter estendere i controlli anche all’interno del presidio.
Ma laddove i parcheggi inopportuni, impropri, selvaggi dovessero ostacolare o interrompere il pubblico servizio, magari impedendo ai mezzi di soccorso manovre, o peggio ancora, una corsa contro il tempo, allora sì, sono guai. Rimozione forzata con addebito salato. Ma questo non succede quasi mai perché i parcheggiatori ineducati sembrano avere ben chiari i confini oltre i quali non possono spingersi. «Come prima cosa nell’area del presidio ospedaliero non dovrebbero entrare gli esterni», spiega il direttore generale dell’Usl Dolomiti, Rasi Caldogno. «Ma se ci sono pazienti da portare in ospedale, in condizioni critiche o con difficoltà motorie, si chiede l’autorizzazione in portineria spiegando il caso. Una volta dentro, però, l’accompagnatore sarebbe tenuto a non lasciare in sosta l’auto. Come ex Usl, quando avevamo sottoscritto la convenzione con il comando di polizia municipale del comune di Feltre, avevamo chiesto di poter estendere i controlli anche all’interno. La proposta non è andata a buon fine. Nei casi di parcheggi inappropriati che riguardano i privati cittadini, non possiamo elevare sanzioni. L’unica cosa che possiamo fare è un provvedimento disciplinare qualora il parcheggiatore sia un dipendente pubblico».
Un conto è se si apre l’area privata all’accesso pubblico. Un conto è se resta area privata delimitata da sbarre e consentita automaticamente ai possessori di badge, i dipendenti, che accedono dall’ingresso a nord. Questo dice il comandante della polizia municipale di Feltre, Filiberto Facchin. «A suo tempo ne avevamo parlato con il direttore generale Rasi Caldogno. In condizioni di area privata, l’intervento da parte dell’Usl non può che essere di tipo amministrativo in capo all’azienda. Chi ha bisogno di entrare, chiede e ottiene l’autorizzazione, si riservano delle aree per le urgenze e si dotano i dipendenti di cartellino automatico. Non ci sono alternative, a meno che non si sdogani l’area privata e la si renda pubblica. Solo in quel caso i vigili potrebbero intervenire».
Ben diversa la situazione nel parcheggio esterno dove periodicamente la polizia locale di Feltre esegue controlli per eliminare l’abitudine di utilizzare i posti auto lungo via Bagnols come parcheggio scambiatore.
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