Papa Wojtyla è stato qui

Santa Giustina, una serata per ricordare il Papa e le Dolomiti

SANTA GIUSTINA. Per ricordare i 25 anni dalla visita di Giovanni Paolo II al centro Papa Luciani di Santa Giustina, si è preso spunto da una delle cose che più hanno affascinato Papa Wojtyla nei suoi soggiorni nella nostra provincia, le Dolomiti, proclamate patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E l’osservatore permanente della Santa Sede presso questa organizzazione, monsignor Francesco Follo, è stato chiamato, l’altra sera a Col Cumano, a ricordare il legame tra il pontefice e il creato, attraverso i testi delle sue encicliche, quelle che Follo conosceva bene per essere stato in passato membro della Segreteria di Stato vaticana e addetto proprio alla revisione dei documenti papali.

«L’accademia scientifica più antica è quella vaticana, e questo rende l’idea di come la Chiesa abbia capito presto che per capire Dio occorre prima saper leggere anche la natura», ha spiegato l’ospite, «perché scienza e sapienza non sono in contrasto tra di loro, la fede non può che venire dalla conoscenza». Il problema, allora, non è la scienza, ma l’uso che l’uomo ne fa: le scoperte non sono mai ne buone ne cattive, è l’uso che se ne fa che può essere dannoso. L’uomo ha un grande desiderio di infinito, ma spesso lo soddisfa con le cose, invece che con la cultura. Perché «la cultura è un bisogno fondamentale dell’uomo, non una cosa superflua, e non deve essere relegata solo a chi ha già il beni primari, ma data a tutti come bene di prima necessità anch’essa», ha concluso il relatore prima di lasciare spazio al “Dolomiti Ensamble Baroque” e alla contralto Mika Kunii, che hanno proposto una lode al creato attraverso brani di Bach e Vivaldi.

Anna Apollonia

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