Soccorso nella grotta di Aladino: esercitazione di 32 ore ininterrotte per le squadre Cnsas
L’addestramento prevedeva il recupero di un infortunato a 300 metri di profondità. Testata anche molta strumentazione utile alle ricerche

Speleologi impegnati in un soccorso nella Grotta di Aladino: ma era un addestramento. Le squadre del Soccorso alpino bellunese e veneto, oltre che trentine e altoatesine, sono rimaste impegnate tre giorni nell’abito di un programma di esercitazione congiunta di soccorso speleologico organizzata dalla delegazione speleo del Trentino, in collaborazione con le delegazioni di Veneto e Alto Adige. L’evento in Val Daone (Trentino), ha impegnato oltre 60 tecnici speleologi del Cnsas, in addestramento in una manovra durata ininterrottamente per 32 ore. Il buon esito dell’attività ha evidenziato l’importanza della preparazione, della collaborazione interregionale e dell’innovazione tecnologica per garantire efficienza nelle attività di soccorso in ambiente ipogeo.
La simulazione prevedeva il recupero di uno speleologo infortunato a circa 300 metri di profondità dall’ingresso della grotta di Aladino, la cavità più occidentale della provincia di Trento, a quasi 2.000 m. Le attività sono iniziate il 12 giugno con l’allestimento del campo base raggiungibile dai mezzi nei pressi di Malga Nova e un campo avanzato, a circa un’ora di cammino, posizionato in prossimità dell’ingresso della grotta.Venerdì mattina i tecnici della prima squadra sono stati elitrasportati (grazie al Nucleo Elicotteri della Provincia di Trento) con i materiali nei pressi del campo avanzato e tre squadre di telefonisti, ognuna composta da due tecnici, sono entrate in grotta per la posa del doppino telefonico necessario alle comunicazioni tra interno ed esterno grotta.

Nel pomeriggio di venerdì altri otto tecnici hanno fatto seguito portando sul luogo dell’incidente la barella e il materiale necessario al recupero dell’infortunato. La risalita verso l’esterno della grotta è iniziata attorno alle 16 del venerdì e si è protratta fino alla mezzanotte di sabato: 32 ore consecutive di operazioni. Quattro squadre di tecnici (50 tra uomini e donne, si sono alternate in grotta, applicando le tecniche avanzate di movimentazione della barella in un ambiente impegnativo che, in questo caso, prevedeva il superamento sia di lunghi meandri sub-orizzontali che di tratti verticali. Oltre a consolidare le sinergie tra i vari team, l’attività ha permesso di testare nuovi strumenti e tecnologie all’avanguardia.
Tra questi, il Centro mobile di comando, furgone attrezzato con strumentazione tecnologica avanzata, progettato per gestione e monitoraggio delle operazioni dal campo base. Poi il dispositivo “Link Radio-Telefono” che converte il segnale telefonico trasmesso tramite doppino steso in grotta in radiofrequenza, rendendo possibile la comunicazione da interno grotta al campo base anche a gran distanza dall’ingresso. E il test del sistema “Cronologico”: tracciamento in tempo reale delle attività, utile a migliorare pianificazione e sicurezza.
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