Palestra di Narae chiusa: un sondaggio tra le società

AGORDO. Che facciamo della palestra di Narae? Forse è uno dei simboli dei tempi attuali, forse è l'esempio di un qualcosa nato male o forse è soltanto uno stabile di proprietà pubblica nel quale il pubblico, oggi, non può entrarvi per ragioni di sicurezza e sul cui domani ci sono dubbi pesanti.
La storia della palestra di Narae, situata in un bel posto a monte della scuola materna e poco distante da Palazzo Crotta ad Agordo, inizia verso la fine degli anni '70 quando Leonardo Del Vecchio pensa di realizzare uno spazio tutto per sé in cui giocare a tennis o praticare attività fisica. Il consiglio comunale di allora dice sì, ma a condizione che in quella palestra possano entrarvi pure gli operai. L'edificio viene costruito a metà degli anni '80, ma a distanza di 5-6 anni il patron di Luxottica decide di disfarsi della palestra e di donarla alla Comunità montana agordina, che accetta perché a caval donato non si guarda in bocca.
Il problema, però, è da subito evidente: quella palestra è stata costruita per farvi giocare poche persone e gli spogliatoi sono tarati di conseguenza. Farne un luogo per incontri pubblici o conferenze? Non è adatta. Nel 2002-03 la Impianti sportivi agordini, che gestiva Narae, piscina e palazzetto di via Lungorova, presentò a Cma e Comune un progetto di adeguamento: una nuova strada di accesso che salisse dalla scuola materna, la creazione di parcheggi, la costruzione di nuovi spogliatoi sul retro, la realizzazione di un soppalco per manifestazioni di vario genere. Non se ne fece nulla.
Usata saltuariamente negli anni dal tennis, dalle scuole e da qualche altra associazione sportiva, dallo scorso autunno la palestra di Narae è chiusa. Il cancello, con tanto di catenaccio, non lascia dubbi. La gestione della palestra è stata oggi stralciata dal resto degli impianti. La società cooperativa Onda Blu ha oggi in carico solo la piscina e il palazzetto.
Non per questo, però, il problema di Narae viene meno. Anzi i problemi. La palestra è chiusa innanzitutto per questioni di sicurezza legati alle grandi vetrate che non sono a norma e che, quindi, andrebbero sostituite. Il controsoffitto, costituito da pannelli poco resistenti agli urti, andrebbe rifatto. Mancano spogliatoi adeguati per accogliere gruppi o squadre. La via di accesso alla palestra è stretta e soprattutto è privata. Ma, anche ammesso che si trovino i soldi, a che cosa potrà servire un domani la palestra di Narae? È questa, infatti, la domanda alla quale l'Unione montana agordina sta cercando di rispondere.
«Il problema della sicurezza non andava sottovalutato», dice il presidente dell'Uma, Fabio Luchetta, «ma quello che dobbiamo capire è che cosa si vuol fare di questa palestra: possiamo pensare di trovare dei fondi per metterla in sicurezza e per rifare gli spogliatoi, ma poi l'edificio verrà utilizzato? In questo momento, infatti, non possiamo permetterci alcun investimento che generi costi».
Sul tema si sta impegnando il consigliere dell'Unione con delega allo sport, Fernando Soccol: «L'idea di Fernando», dice Luchetta, «è fare un sondaggio fra tutte le associazioni sportive agordine per capire quali sono le loro esigenze. Dobbiamo avere in mano dei dati per sapere se serve una nuova palestra oppure no. Sulla base di questo avvieremo dei ragionamenti anche con il Comune di Agordo. Se non dovesse servire come palestra, si potrebbe pensare ad altro, ma a cosa? Non possiamo fare doppioni di strutture già esistenti, non possiamo sprecare il denaro pubblico».
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