Otto artisti del '900 dai muri «privati» alla sala De Luca

In alto Raffaella De Col Tana e Celeste Levis Sotto i presenti
In alto Raffaella De Col Tana e Celeste Levis Sotto i presenti
Uno spaccato della stagione artistica bellunese del secolo scorso, aperto al pubblico fino al 4 giugno. Sabato pomeriggio, alla Sala di cultura "De Luca", è stata inaugurata la collettiva di pittura del '900 bellunese, con 74 opere di otto artisti provenienti da collezioni private. Maestosi oli su tela, ritratti, composizioni floreali, pittura classica e astratta, di Paolo Cavinato, Romano Ocri, Bruno Milano, Fulvio Della Libera, Paolo Orsini, Francesco Marco Vedoà, Giuseppe Pertile e Rinaldo Balzan.  Ad introdurre la mostra, il giornalista Silvano Cavallet, che ha ricordato la figura del commendator Francesco De Luca a tre anni dalla morte.  «Aveva un'avversione della politica dell'apparire» ha detto Cavallet «proprio quella che vediamo oggi. E forse, anche il titolo onorifico di commendatore sulla presentazione gli avrebbe fatto storcere il naso. Le sue intuizioni hanno dato vita alla Festa dei Marangoni, oltre ad una serie di pubblicazioni e l'avvio di questa sala. Con l'impegno dell'artigiano che ha in testa quello che sarà il risultato finale, Checo De Luca ha ospitato varie associazioni, da chi operava nella cultura, all'associazionismo al volontariato. Ricco di entusiasmi, ma anche dai tratti talvolta ruvidi tipici del bellunese doc, oggi si direbbe che il politicamente corretto non era la sua caratteristica».  E non lo è nemmeno per il fratello, il professor Renzo De Luca, che nel tracciare il profilo degli otto artisti, non ha mancato di infilzare l'amministrazione comunale. «Oggi c'erano molte manifestazioni» ha detto De Luca «e l'assessore alla cultura, che giustifico, non ha potuto essere qui. Ma non giustifico tutti gli altri»! Sulle note di Brahms, Schubert, e Schumann della flautista Raffaella De Col Tana accompagnata dal pianista Celeste Levis, il professor De Luca ha quindi presentato gli artisti del '900 bellunese. Paolo Cavinato, di cui quest'anno ricorre il centenario dalla nascita, è un'artista che non si lascia mai influenzare dalle mode. Egli porta il pensiero dell'osservatore a spingersi oltre il quadro che ha dinanzi, dove i personaggi ritratti non incrociano mai lo sguardo tra di loro. Romano Ocri vive una dimensione unica, fuori del tempo. Rifiuta le mode, immerso in una spiritualità in stile francescano. Fulvio Della Libera, morì in un incidente automobilistico a Domegge di Cadore. Ha uno stile fiabesco e talvolta malinconico. Bruno Milano ha creato e ricreato uno stile inconfondibile e personale. Frequentava Tancredi e Parmeggiani, al caffè Mignon in largo Castaldi a Feltre, oramai chiuso da anni. Sapeva trasmettere l'arte ai giovani e fu anche grande maestro di vita. Paolo Orsini è il pittore della sincerità, poco noto. Il linguaggio della sua pittura, come un racconto, acquisisce nel tempo una dimensione nuova. Anche lui come Cavinato, venne internato in campo di concentramento, era ufficiale, e continuò a dipingere anche in prigionia.  Francesco Marco Vedoà, di Borgo Pra, abile pittore e artista della ceramica, geniale ed elegante, oltre che dotato di una buona dialettica. Passò dall'astratto al paesaggio, dal sacro al profano, olio, acquarello, pastello e tempera. Giuseppe Pertile, discendente di Antonio Pertile primo storico di diritto italiano al quale Belluno ha dedicato una via. E' attore ed inizia con le caricature dei maestri di teatro. Rinaldo Balzan, pittore di lunga carriera durante la quale si è sempre misurato con se stesso. Nelle sue opere c'è l'omaggio alla sua Belluno. La galleria è aperta i giorni feriali dalle 15 alle 18,30 e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18,30.

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