«Ora cominciamo a pensare alla terza»

Tra timori e speranze i maturandi si preparano al rush finale cercando le anticipazioni sulle materie

BELLUNO. La seconda prova, matematica, era quella che creava più ansia anche negli studenti del Liceo scientifico. Uno dei primi commenti finito l’esame è stato comunque «pensavamo peggio».

La traccia, della durata massima di sei ore, chiedeva di risolvere uno dei due problemi proposti e di rispondere a cinque quesiti del questionario. Tra funzioni, parabole, massimo e minimo assoluti, tangenti, anche la prova di ieri è passata.

«Speriamo davvero sia andata bene», hanno sottolineato Elisabetta Carraro e Francesca Da Col del “Galilei”. «Rispetto all’esame dello scorso anno questo sembrava meno difficile. Comunque è tutto da vedere una volta che usciranno i risultati».

«Ora bisogna puntare sulla terza prova», hanno fatto eco Giovanni Bortot e Alessandro Sommacal, «non siamo riusciti a carpire su quali materie verterà, ma di solito inglese, scienze e fisica ci sono sempre».

Passato lunedì resterà da finire di prepararsi per l’orale e ripassare la tesina. Elisabetta si è occupata del disagio mentale come strumento per l’artista, prendendo in esame autori come Vincent Van Gogh e Alda Merini. La storia dell’autoritratto e della sua evoluzione nella storia è invece il tema scelto da Francesca, mentre Giovanni ha analizzato la differenza tra apparenza e realtà e Alessandro il rapporto tra l’intellettuale e il fascismo, da D’Annunzio a Ezra Pound.

Ai Licei “Renier” gli alunni dell’indirizzo socio-psico-pedagogico hanno dovuto svolgere due tracce tra le quattro proposte nella prova di pedagogia.

«Gli argomenti erano l’educazione inclusiva, il ruolo della scuola, l’educazione tra autorità e libertà e la coscienza del sé», hanno spiegato Denise Cappai e Davide Dalle Mule. «Le tracce erano migliori rispetto a quelle della prova di italiano. C’era molto di più da argomentare». «Forse erano un po’ più difficili rispetto allo scorso anno, comunque fattibili», ha detto Alessandra Stragà.

«Si trattava di partire da dei testi per poi trovare i collegamenti giusti con autori che avevamo studiato durante l’anno. Sinceramente mi preoccupa di più la terza prova». Opinione condivisa da Debora D’Ascenzo e Alessandra De Moliner. Sempre al “Renier”, prova di lingua straniera invece per l’indirizzo linguistico, scienze sociali per gli altri percorsi. (m.r.)

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