Operaio s’infortuna: «Che freddo in ditta»

PIEVE D’ALPAGO. Freddo in azienda. Una temperatura talmente bassa che l’operaio specializzato doveva vestirsi a strati, per lavorare al tornio della Serman di Paludi: «Faceva freddissimo in quel posto, durante l’inverno» ha detto in aula, durante il processo per lesioni personali colpose al suo ex datore di lavoro Pierluigi De Cesero. Il 16 gennaio di tre anni fa il lavoratore ha sofferto un infortunio, che gli è costato una malattia durata fino al 24 aprile.
Quando avrebbe potuto rientrare al lavoro, è stato messo in ferie forzate, perché nel frattempo l’azienda stava fallendo. Il giorno dell’infortunio un pezzo stava girando sul tornio e il suo compito era quello di rifinirlo con la tela a smeriglio. Aveva un contratto a tempo indeterminato, con il diploma di congegnatore meccanico conquistato all’istituto professionale Brustolon e vantava anche una buona esperienza in altre aziende della provincia. Il guanto gli è rimasto incastrato nel macchinario e una mano gli è stata risucchiata. Con l’altra è riuscito a fermare tutto e limitare, per quanto possibile, i danni.
È finito al pronto soccorso e i medici gli hanno dato una prognosi importante. De Cesero è difeso dall’avvocato Casciarri, che ha cercato di scavare nel passato professionale della parte offesa, dopo che il pubblico ministero Pesco aveva provato a capire se lui e gli altri lavoratori fossero stati adeguatamente formati su norme e procedure di sicurezza. Questo avrebbe potuto chiarirlo l’ispettore dello Spisal, che ha svolto le indagini sull’infortunio, ma non era presente in aula e la sua assenza ha costretto il giudice Scolozzi a congedare gli altri due testimoni, perché la difesa non ha acconsentito all’inversione delle testimonianze.
Inevitabile il rinvio all’udienza del 3 giugno, alle 11.
Gigi Sosso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi